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Channel: Gli ultimi itinerari di MTB-MAG.com | Itinerari
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Levico + Tamazol

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Una variante per raggiungere la suggestiva discesa del Tamazol comprendendo il giro del lago di Levico che in autunno ha il suo fascino....( in estate forse troppo incasinato ).
Passando da Caldonazzo raggiungiamo Carbonare superando Centa San Nicolòe P.sso della Fricca, percorriamo poi un tratto dell'itinerario dei 100 km prima di imboccare la nostra discesa facendo attenzione ad alcuni tratti esposti e a ad altri.....dove bisogna spallare!

666 Da Caposile a Fossalta di Piave

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Referente renzo - ( nanino1@inwind.it ) - Ultima ricognizione 6-1-18
SCHEDA TECNICA
Verso Antiorario - Lunghezza = 32 Km - Dislivello Sal/Disc = +0 m
Quote min/Max = 5 / 5 - Ciclabilità su tempo 100% (a piedi 0 min ) - Tempo Standard ore 1:40 min
Velocità media = 19,2 Km/ora - Difficoltà Tecnica = 1/7 - G.D. = 18 Medio/Facile
NOTE / AVVERTENZE / DESCRIZIONE
Partiti da Caposile si imbocca la ciclabile lungo la Piave Vecchia e giunti a Musile di Piave si attraversa il fiume e lo si risale lungo il lato orografico destro.Giunti al ponte di barche di Fossalta e attraversatolo,dal wp 1 wp 2 il sentiero si fa decisamente più impegnativo e divertente,questo tratto si può evitare salendo sull'argine principale per ricongiungersi alla traccia più a valle.Dal ponte di Musile si ripercorre a ritroso la ciclabile che ci condurrà al punto di partenza.

SAN BARTOLOMEO (SERLE) LATO SUD - CASCINA DEL COMUNE - ZUF - TESIO DH

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Oggi presentiamo un giro a valenza storica sull'altopiano delle Cariadeghe di Serle.
Mi permetto di aggiungere anche una descrizione di una bellezza unica e rara: il santuario di San Bartolomeo ( o San Pietro in Monte ) in cima al monte Orsino.
Leggetela....ed andateci...perchè merita....
Prima di tutto partiamo da Gavardo piazza del mercato.
Ci dirigiamo verso Marzatica ma salendo dal lato sud.
Occhio alla traccia perchè le varianti non sono tutte presenti ad oggi sulle open.
Giunti alla Casa dei Serlesi proseguiamo verso l'Alpino su asfalto quindi in cima a San Bartolomeo.
Prendiamo un attimo di pausa poi subito le protezioni per affrontare una prima discesa su roccia ben ferma. Giunti al castagno prendiamo il sentiero degli Omber. Up&Down fino alla bocca dello Zuf per poi scendere verso il Tesio. Da qui un ultimo strappo poi inizia il pistino TESIO DH fino a valle.
In pochi minuti saremo alle macchine.

Il monastero di S. Bartolomeo (un tempo chiamato monastero di S. Pietro in Monte), sorge sul monte Orsino, facilmente riconoscibile grazie alla sua forma di cono, a 933 metri.
Il monastero venne fondato nel 1039 dal vescovo bresciano Olderico I, nel bel mezzo di una strategia di controllo e riorganizzazione del vasto e popoloso territorio sottostante il monte, a oriente di Brescia. Al cenobio vennero conferite molte terre, ma anche boschi, fortificazioni e privilegi che spesso furono all’origine di contese secolari con le comunità locali (fra cui Vallio Terme).
Evidente simbolo del potere vescovile, il monastero non fu situato casualmente sulla vetta dell’Orsino che, per la sua altezza di quasi mille metri e per la singolare sagoma conica era nettamente distinguibile anche a molti chilometri di distanza.
All’inizio del XIII secolo l’edificio si trovava in condizioni deplorevoli, tanto che, sia il Vescovo di Brescia nel 1213 che il Vescovo di Trento nel 1218, concessero indulgenze a chi avesse fatto elemosine per il restauro della chiesa. Si sa inoltre che, in quel periodo, il monastero ospitava un abate, otto monaci, vari chierici ed il personale addetto. Nel Trecento ne venne sancito in maniera definitiva l’abbandono da parte della comunità monastica che dovette trasferirsi nella Domus monastica di Nuvolento.
Ben presto, persa ormai l’originaria funzione di controllo sul territorio svolta dal monastero, la comunità chiese al Vescovo nel 1347 di trasferirsi a Brescia e fu soddisfatta con l’assegnazione di una nuova sede.
Dal 1446 il monastero sul monte fu assegnato ai Canonici Regolari di S. Giorgio in Alga di Venezia. I nuovi occupanti ristrutturarono radicalmente l’antico monastero, ricostruendo in forme più modeste la chiesa ed erigendo nuovi edifici su vari piani.
Dal 1672 il monastero di S. Pietro in Monte ed i terreni attigui divennero proprietà delle monache del monastero di S. Maria degli Angeli di Brescia.
A seguito delle soppressioni d’epoca napoleonica, nel 1801 Pietro Braga di Brescia “acquistò dal governo i monti ed i boschi di proprietà del soppresso monastero degli Angioli” e ne acquisì quindi i diritti.
Nel 1890 il comune di Serle acquisì la proprietà degli eredi e nel 1907 venne eseguito un intervento di restauro sulla struttura, che comportò l’abbattimento di gran parte degli ambienti che formavano il gruppo ovest, addossati all’abside della chiesa e, contemporaneamente, l’edificazione di nuovi locali a nord. Il monastero assunse così l’aspetto che tutt’ora lo caratterizza.
L’8 marzo 1930, l’Amministrazione Comunale deliberò la “cessione gratuita perpetua, a favore della fabbriceria parrocchiale di Serle, del santuario denominato S. Bartolomeo e delle sue adiacenze, situato sul monte Orsino”. La parrocchia è quindi l’attuale proprietaria dei beni.
Del complesso edificato romanico, che occupava per intero la cima e parte dei versanti del rilievo, rimanevano fino alle recenti ricerche poche tracce e scarse notizie nelle fonti scritte.
Per ragioni di sicurezza e comodità, il monastero e la chiesa, già pericolanti, furono completamente ricostruiti in forme ben più modeste a partire dalla metà del XV secolo.
Dopo l’edizione nel 2000 dei documenti medievali dell’archivio monastico, la parrocchia di Serle ed il comitato di S. Bartolomeo hanno promosso un progetto di risistemazione della chiesa e di valorizzazione del sito che tuttora è in corso. In tale iniziativa hanno avuto un ruolo primario le ricerche condotte dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, con la valida collaborazione del volontariato locale, tra il 2000 ed il 2003 nell’area della chiesa e in altri luoghi del pianoro.

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Testo tratto dalla tesi di Francesca Emer: ” LA VALORIZZAZIONE DELL’ALTA VALLE DEL GARZA, DELLA VALLE DEL VRENDA E DELL’ALTOPIANO DI CARIADEGHE
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GIRO CONSIGLIATO PER MOUNTAIN BIKE ALL MOUNTAIN O ENDURO

BUONA PEDALATA

GIULIEN

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NB: Al momento dell'inserimento il presente giro è tutto fattibile senza particolari problemi. Si declina ogni responsabilità su eventuali inconvenienti dovuti alla mancata manutenzione dei sentieri o al deterioramento degli stessi a causa di agenti esterni e/o naturali.

Entracque-Rifugio Soria

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Bellissima salita che porta dal paese di Entracque (circa 900m slm) fino al Rifugio Ellena Soria (1840m slm).

Si parte da Entraque seguendo per la Piscina, dalla piscina si prosegue verso la Diga della Piastra, da li comincia la salita verso San Giacomo.
Fino a San Giacomo la salita è su asfalto abbastanza pedalabile.
Una volta arrivati a San Giacomo si prosegue sulla destra seguendo le indicazioni per il rifugio.
Da questo punto comincia lo sterrato, semplice e pedalabile fino al Piazzale dei Cannoni.
Passato il Piazzale dei Cannoni la salita comincia a farsi molto ripida e soprattutto molto pietrosa a sconnessa.
In molti punti siamo al limite della pedalabilità.
La parte difficile prosegue per circa 2Km, finito questo tratto si arriva sul pianoro, meraviglioso, sotto al rifugio.
L'ultimo tratto di salita al rifugio non presenta difficoltà particolari.

Una volta arrivati al rifugio si può godere di una vista su tutta la valle/strada appena fatta.

Il ritorno sarà lungo la stessa strada della salita, fate molta attenzione perché le pietre non sonio fisse ed molto facile farsi prendere la mano e prendere veocità.

Belpiano e lago di Resia in inverno

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Itinerario fattibile solo in inverno quando i laghi di San Valentino e di Resia sono ghiacciati e calpestabili, informarsi presso l'azienda di soggiorno. Necessaria bici fat possibilmente chiodata. Dal parcheggio del primo lago si pedala direttamente sulla superficie ghiacciata, si sale poi al paese e da qui alla diga di Resia. Da qui si sale quasi tutto su neve fino a Belpiano (impianti da sci), su una forestale non sempre battuta. Si scende poi al lago di Resia e lo si attraversa sulla superficie ghiacciata fino al campanile semisommerso, si torna poi al parcheggio su ciclabile e di nuovo attraverso il lago piccolo. Attenzione pedalare sul lago solo dopo essersi informati della tenuta del ghiaccio, normalmente in gennaio e febbraio è agibile e sicuro e frequentato da pattinatori e snowkiter. Esperienza indimenticabile!

Alpe di Siusi e Bullaccia d'inverno

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Bel giro invernale in fat bike (ma fattibile anche in estate). Si sale con la cabinovia di Siusi all'alpe, si sale poi al rif Molignon (ristoro), da qui bella discesa e poi risalita a Compaccio.Si sale poi al Bullaccia con tratti a spinta e fantastica vista in alto. Si gira il Bullaccia su bel sentiero innevato, poi la traccia scende sul sentiero 12b, molto impegnativo e a tratti ghiacciato, in alternativa tornare a compaccio. Da qui scendere sul sentiero spesso innevato fino a Siusi, meglio non la domenica perche ci sono molti scialpinisti che salgono. Panorami incredibili sulle Dolomiti e sentieri divertenti!

Malga Lazins e Plan sulla neve

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Bel giro da fare in fat bike tutto sulla neve, ma fattibile anche in estate. Dal piccolo parcheggio sulla strada verso Plan, si sale a lato della pista ghiacciata dello slittino, si arriva a Plan e si sale poi sulla bella forestale per malga Lazins. Si torna indietro e si scende dalla parte opposta della valle fino a Plan. Io poi ho rifatto una seconda volta il giro fino alla prima malga Lazins (ristoro). Poi si torna alla macchina sempre sul sentiero vicino alla pista slittini.

Giro sulla neve ad Avelengo

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Bel giro ad Avelengo tutto sulla neve in fat bike, ma è possibile effettuarlo anche in estate. Si parte dal Hotel Sonnenheim, dove il ristorante offre ottimi piatti locali. Si scende alla chiesetta di S. Caterina con bel panorama su Merano, poi si va verso la Leadneralm (ristoro). Si sale verso la malga di Verano e poi si devia a sx verso la Malga Wurz. Prima della malga si scende verso Avelengo e poi si risale fino al punto di partenza. Giro molto vario e bello, specie se effettuato su neve.

Monte Conero

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Giro Enduro del Monte Conero con le discese
Antenne
Tre Grazie
Il Matto
Itinerario breve ma abbastanza faticoso e con possibilità di allungarlo tra le decine di altri single trail presenti in zona.
Descrizione dettagliata con POI, foto ed altro a questo link:
http://endurosenzafretta.blogspot.com/2018/01/monte-conero-in-mtb-tra-trail-e-misteri.html

Lunigiana Trail (Bikepacking Route)

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COSA E’ IL LUNIGIANA TRAIL: il LT è un itinerario a tappe adatto per MTB che percorre in modo circolare (senso orario) tutto il territorio Lunigianese.
Il PERCORSO: il LT si mantiene alle quote più alte del territorio dove la natura è rimasta ancora intatta e ricca di boschi, crinali e pascoli d’alta quota. Nella parte nord-est pedaleremo ai piedi dell’Appennino Tosco-Emiliano in un continuo attraversare di valli, torrenti e Borghi Medievali; giunti a sud saranno le Alpi Apuane a dettare le regole del gioco con il profilo delle sue aguzze vette che ci accompagnerà fino a raggiungere l’ Appennino Ligure ed il suo dolce crinale tutto pedalabile che divide la Toscana dalla Liguria e dalla quale ammireremo ariosi panorami sul mare Tirreno e sul golfo di Spezia; sarà dunque questo lo scenario che incontreremo, in un’avventura lunga 240 km che ci porterà a scoprire questo inaspettato angolo di Toscana.
PARTENZA / ARRIVO: la traccia proposta parte ed arriva da Pontremoli, ma essendo il LT un itinerario circolare ognuno potrà partire dove meglio crede.
DIFFICOLTA': il LT misura 240 km x 7000 D+ e si sviluppa prevalentemente su strade sterrate con fondo scorrevole e asfalto a basso traffico veicolare, ma non mancherà qualche tratto con fondo più ruvido senza particolari difficoltà tecniche. Sul percorso non vi sono segnavia ed è quindi necessario scaricare la traccia.
ACQUA/CIBO: in ogni paese che attraversate c’è una fontana e nei centri più importanti troverete alimentari e punti ristoro. Se non le trovate direttamente sul percorso chiedete ai locali che saranno ben felici di indicarvi la strada.
TRENO + BICI: le Stazioni F.S. di Pontremoli, Aulla, Equi Terme e Monzone sono giornalmente collegate con Treni Regionali con servizio trasporto bici.
ASSISTENZA BICI: - Aulla, negozio Biciclo tel 0187 408020 - Villafranca L., negozio Due Ruote 0187 495541 , 335 223917 (trasporto ed assistenza sul posto)
DOVE DORMIRE: sul tracciato del LT vi sono numerose strutture ricettive, dai più economici Ostelli agli Agriturismi, dai B&B agli Alberghi, ed essendo distribuiti in modo regolare lungo tutto il percorso, ognuno potrà pianificare la lunghezza delle tappe in base alle proprie esigenze. Anche per chi vorrà affrontare il LT in totale autosufficienza, non mancheranno posti dove poter posizionare la tenda senza problemi. Sotto alcune proposte.

• TRAIL IN 2 GIORNI: Pontremoli > Equi Terme: 114 km x 3770 disl+
Equi Terme > Pontremoli: 121 km x 3230 disl+
• TRAIL IN 3 GIORNI: Pontremoli > Fivizzano: 80 km x 2720 disl+
Fivizzano > Aulla: 75 km x 2050 disl+
Aulla > Pontremoli: 80 km x 2230 disl+
• TRAIL IN 4 GIORNI: Pontremoli > Apella: 50 km x 1970 disl+
Apella > Monzone: 63 km x 1750 disl+
Monzone > Casoni: 68 km x 1980 disl+
Casoni > Pontremoli: 54 km x 1300 disl+
• TRAIL IN 5 GIORNI: Pontremoli > Treschietto: 40 x 1370 disl+
Treschietto > Vedriano: 59 x 1900 disl+
Vedriano > Aulla: 57 x 1400 disl+
Aulla > Zeri: 42 x 1330 disl+
Zeri > Pontremoli: 41 x 1000 disl+

GUARDA IL VIDEO: https://media.mtb-mag.com/it/pv/26373/

Tutti i colori del riding: NERO, ROSSO, VERDON. Itinerario 1- Terres Noires

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Intro: da Santa Bibiana alla bolla africana

2 dicembre 2017, nevica a stecca e fa un freddo cane…in cortile ci sono già 50 cm di “fioca” da spalare.
Rivolgo lo sguardo al cielo, sperando in un miglioramento che non avverrà se non tra quaranta giorni…
Eh si….oggi è Santa Bibiana! Qui in Piemonte il detto usato dai nonni per azzeccare il tempo meteorologico “Santa Bibian-a, quaranta dì e na sman-a” non è poi così tanto un proverbio, anzi è una realtà consolidata nella cultura popolare contadina, alla faccia dei moderni “modelli matematici”. Però a immaginare quaranta e più giorni di freddo, neve, ghiaccio e vedere le bici che stanno già accumulando polvere mi mette male; per fortuna ciaspole, snowboard, sci-alpinismo e pelli invece sono pronti all’uso. Mentre inforco il palone da neve e comincio a spostare cumuli per fare un passaggio per il camperino il pensiero va a giugno, a quella calura estiva che non ha dato tregua per mesi ma che ci ha regalato grandi emozioni di riding in Francia, giusto a qualche ora di viaggio dal circolo polare cuneese….
Siamo in Alta Provenza, quella terra di mezzo tra le Alpi del Mercantour e la Côte d’Azur; un’insieme di colori, profumi, sapori e soprattutto di trails che ne fanno un’esperienza da mettere nelle “cose da fare”.
Dignes les Bains, la città simbolo di questa terra provenzale posta alla confluenza di tre vallate, a 600 m di altitudine, è circondata da verdi colline, montagne e picchi rocciosi; un vero e proprio paradiso dell’outdoor, da scoprire a 360° attraverso la rete di sentieri e percorsi per mtb.
Città termale dalla vita culturale intensa, beneficia di un clima eccezionale, un’aria limpida che poco fa invidiare le più blasonate località balneari; anzi qui le notti estive sono fresche e riposanti.
I paesaggi sono da mozzafiato! Ci troviamo nella Riserva Geologica dell’Alta Provenza: 289 ettari che preservano 18 siti fossiliferi e un centro di Geologia, a 4 km dalla città, invitano a un viaggio nel tempo, alla scoperta delle quattro ere della storia del nostro pianeta. Non mancatevi una visita alla “dalle aux ammonites”, una parete fossilifera piena zeppa di molluschi fossili grandi come ruote da 20”
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Ma il motivo per cui abbiamo mosso il mitico camperino Delher Profi è stato portare le nostre ruote grasse sulle Terres Noires, i terreni marnosi di colore grigio scuro, così inediti dalle nostre parti da suscitare un richiamo irresistibile. Nemmeno la “bolla africana” espansa a giugno verso l’Europa, con le sue temperature da girone infernale è riuscita a fermarci, benché l’idea di girare sulle Alpi del Mercantour ci aveva per un attimo attratto, mentre facevamo sosta al Col d’Allos.

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Ma si sa (o forse no) noi del Basso Piemonte siamo vicini di casa del Mercantour, lo visitiamo in poco più di un’ora da Cuneo, tanto vale allungare il passo verso i Pays Dignoises e farci il pieno di calura, intensa calura…
Lo spazio VTT-FFC di Digne les Bains offre ventiquattro itinerari di vari livelli di difficoltà e un bike park (5 piste dh, 3 dirt, 1 air bag, 1 pumptrack). Una Carte de randonnée VTT (Velo Tout Terrain) in scala 1:50.000 è acquistabile a 2 euro (dicasi DUE eurini) presso l’Office de Tourisme de Digne e illustra tutti i percorsi sia in cartografia che con dei box informativi (tempo percorrenza, lunghezza, dislivello, difficoltà, profilo altimetrico, coordinate gps degli start e breve descrizione). Sul territorio sono poste delle balises (paline) e dei segnavia che permettono una buona percorrenza anche a chi non è così ferrato con la lettura delle mappe; va da se che è meglio saperle leggere, le carte topografiche, e avvalersi di quella 1:25.000 da escursionismo per avere un maggiore dettaglio durante la percorrenza. In città non mancano negozi di biciclette, guide e istruttori mtb. Tutte le info e i contatti sono scritti sulla Carte VTT.
Per Digne les Bains passano anche due Grandes Travertsées VTT: Les Chemins du Soleil (1400 km tra dalle Alpi al Mediterraneo) e L’Alpes-Provence (300 km dalla frontiera italiana e Ubaye al Parc naturel régionale du Luberon). Tanta roba!
Noi abbiamo fatto base al Camping Les Eaux Chaudes, posto lungo la strada che dal centro va alle Terme; ombreggiato, con piscina, a 15 minuti dallo stabilimento termale e una decina dal centro storico della città.

Il nero: les Terres Noires
Il primo giro che abbiamo attaccato è stato l’itinerario in stile enduro delle Terres Noires, attratti da quel mistico sistema di crestini e forme sinuose composto dalle argilloscisti, ops scusate la digressione geologica….
La mappa VTT lo indica come itinerario difficile (nero, mica poteva essere di altro colore….) con 850 m di dislivello su 26 km di sviluppo: beh, è alla nostra portata… Si però occhio al box descrittivo, perché il grafico altimetrico è impostato sullo uno start ben specifico (villaggio di Draix) ma il percorso può essere iniziato da altri 3 luoghi, situazione che varia il chilometraggio e i dislivelli…da Dignes il gps ci ha dato 40 km e 1200 m D+: fatti con una media di 30° all’ombra è stata dura. Acqua se ne trova nei paesini, ma sul riding è da deserto.
Start da Dignes, alle 10… si è un tantino tardi, in un’ estate così torrida. Dalla rotatoria 11 nov. 1918 (Office du Tourisme) seguiamo il Boluevard Gassenti, passando per l’ampia Place du Général de Gaulle e infilando la RD900. La Grande Fontaine prima e la Cathédrale Notre-Dame-du-Bourg poi ci dicono che siamo sulla corretta strada, pur se di segnavia non ne vediamo.
Passiamo il bivio per l’EVO Bike Park e più avanti troviamo il segnavia (wp 16.0; km 5,9; 650 m slm) che si fa abbandonare la RD900 e svoltare a destra dopo un ponticello, inforcando così un single track che porta subito a una passerella per l’attraversamento di un rio. Dopo è tutto in stile cross country, ben ombreggiato ai bordi della campagna del villaggio di Marcoux che raggiungiamo per riprendere di nuovo la RD900.
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Ancora un chilometro di bitume, ma quando la RD fa un ampia curva verso destra notiamo la stradina (km 10,2; 690 m sml) che imbocchiamo: il segnavia è poco più avanti, poco visibile ma c’è…
Ecco un rio, ma deviamo a sinistra, oltre un tronco per cominciare la pedalata su strada forestale a fondo ciottoloso che pian piano ci fa prendere quota. Tutto bene finché rimaniamo in ombra, ma appena cambiamo versante, pedalando un lungo traverso assolato, comincia a salire la temperatura.
Giungiamo a una curva (wp16.1; 18,6 km; 1135 m slm) dove il segnavia ci fa aumentare i battiti… un breve ma intenso portage richiede ancora uno sforzo per arrivare all’attacco della prima discesa (wp16.2; 19 km; 1180 m slm): sosta a reintegrare con zenzero e acqua, sotto gli occhi increduli di due bikers che invece si sbranano super-panozzi speck et brie…tanti auguri per la lungaaaa digestioneeee!
Un single file veloce ci incalza col il suo flow, guidiamo a vista e teniamo la manetta e due terzi, eventuali bivi (wp16,3; 889 m slm) sono segnalati e non lasciano dubbi al riding da sorriso a 32 denti che, quando entriamo sulle Terre Nere, allora diventa da bocca spalancata!
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Il primo spot è andato…ufff!
Una rampa ci porta al bel paesino di Draix, dove ci fermiamo all’ombra del lavatoio (fontana, provvidenziale fontana…); sto seriamente pensando a una immersione subacquea nella vasca se non fossimo proprio di fianco al piccolo ufficio comunale (aperto di domenica, con depliant turistici informativi).
La vocazione agricola del posto è rievocata da un vecchio carro posto all’uscita del paese; Marzi si mette in posa per trainarlo…. non immagina la fatica che dovremo fare tra poco!
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In uscita dal borgo, una discesina porta all’attacco di un tratto di portage/spintage (segnavia; 23,3 km; 875 m slm); sotto il sole delle 13,00 diventa un calvario… ci facciamo coraggio illudendoci che la panoramica su Draix ripaga in parte il sudore versato.

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Allo sbocco sull’ inghiaiata svoltiamo a sinistra e riprendiamo il ritmo del pedale fino all’attacco di un single file (wp16.4; 24,3 km; 979 m slm) che ci porta al villaggio d’Archail, seguiamo la D122 per un breve tratto e troviamo a sinistra il segnavia (wp16.5; 26,15 km; 922 m slm) che introduce in un single track “munta e cala” dall’indubbio fascino e che prelude alla fornace delle Terres Noires.
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Lungo il percorso brevi spot adrenalinici si alternano a “caldo” spintage (ma forse con una e-bike…)
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La rampa finale non lascia scampo all’utilizzo delle già scarse energie; arriviamo in cresta spossati….
ci riposiamo alla vaga ombra di un arbusto mentre notiamo infinite tracce arrivare da tutte le parti: qui servirebbe un “local” per farci uscire dal seminato…
Arriviamo a una stradina e seguiamo il segnavia fino a una svolta (wp6; 28,3 km; 962 m slm): comincia la parte più tosta della giornata. Abbiamo poche risorse idriche e il caldo è opprimente… sulla dorsale (29,5 km; 1091 m slm) dobbiamo fermarci ancora, per riprendere forze; non affrontiamo certo la discesa in piena crisi energetica. Marzi s’addormenta sognando la neve… io spazio col pensiero a una birra ghiacciata che troverò in campeggio… le mosche ronzano, ogni tanto un po’ d’arietta tenta di mitigare l’atmosfera africana e fa danzare le foglie come al ritmo di un valzer occitano. Dopo mezz’ora ci rivolgiamo uno sguardo complice…. Si va nel riding d’effetto!!!
Una prima sessione a scaloni, poi linea filante sulla dorsale con cambi di ritmo fino a inforcare una serie di tornantini che danno ingresso al paradiso… Restiamo a bocca asciutta, per l’arsura ma soprattutto per cosa vedono i nostri occhi di bikers….
Marzi che dice “spettacolo! fai due foto”, io che sbotto “affanculo le foto!” e decollo con la Capra.
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Scendiamo a vista, scegliendo a caso tra eteree linee, drop inaspettati, arbusti profumati e adorabili marne nere…

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Che spot raga! Valeva la pena farsi il culo per raidarlo!
Ma le gioie non terminano mica… seguiamo il single track in piena good vibration, cambi di ritmo e linee, fino al segnalino (wp16,7; 32,7 km; 799 m slm) dove abbandoniamo la dorsale per attaccare in discesa un tratto più ripido e veloce che ci raccorda al sentiero di fondovalle percorso in mattinata (37,9 km; 611 m slm), che seguiamo a ritroso fino a ritrovare la RD900 (wp16.0; 33,5 km; 679 m slm).

Rientriamo per asfalto a Digne, dove “les bains” lo facciamo alle fontane intermittenti di Place Générale de Gaulle, facendo a gara a chi becca quella che spruzza, inzuppandoci come ragazzini e lavando pure le due Capre che ci danno sempre molte, molte soddisfazioni!
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Dati:
sviluppo: 40,2 km; dislivello:D+ 1206 m; D- 1149 m; durata circa 4,5 h senza le soste.


Info guida cicloturistica:
barabino.alessandro@gmail.com


LIMONE - PRIEZZO - VESIO - CORNA VECCHIA - 102

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Oggi proponiamo un giro breve ma intenso sia per i territori che visitiamo sia per la storicità di questi sentieri.
Parliamo di Limone e Tremosine e la Corna Vecchia nonchè il temibile ed estremo 102.
Si sale verso Priezzo su asfalto poi su singletracks caratteristici del posto.
Giunti a Vesio prendiamo la strada militare delle gallerie fino al bivio per la corna Vecchia.
Attenzione perchè non è segnalato da polacchini o cartelli quindi....seguire bene la traccia.
5 minuti a spinta e si aprirà davanti a voi un panorama niente male con il monte Baldo ed il Garda Lake.
Quindi vi consiglio di riposarvi qualche istante e ammirare le bellezze di questa terra.
Poi........inizia la sfida.
Protezioni e casco in testa per affrontare una delle discese più difficili ed estreme del Lago di Garda Bresciano. La prima parte scassata, poi up&down fino al bivio per Limone: il 102.
Questo sentiero è da prendere con le dovute cautele e con la consapevolezza di essere dei buoni discesisti.
Un serie di tornanti stretti con poco grip per circa una mezzoretta vi renderanno la vita difficile: aggiungiamo anche lo strapiombo come contorno per aumentare l'adrenalina.
Ma poi il single diventa più umano e si infila nel bosco quindi sulla ciottolata che vi ricondurrà a Limone.
Inutile nascondere il concetto: non è una discesa per chi non ha padronanza della MTB o è alle prime armi.

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VALLIO TERME - ERE - CORVINO DH - CAGNATICO - FONTE DH

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Nella nostra terra ci sono soluzioni davvero spettacolari per godersi un tour avvincente anche con pochi km e poco tempo.
L'ideatore del giro che presentiamo oggi nella versione più intensa è il Grande Alby a cui va l'onore della sua abilità di tracciatore.
Due salite e due discese: ma di notevole spessore.
Partiamo dalla chiesa di Vallio e saliamo su sterrata verso la Rocca del Bernacco, quindi il Castagno secolare giungendo alla Croce dell'ERE.
Per chi non ci fosse mai stato...merita....sopratutto per la bellissima visuale.
Ci prepariamo subito per la prima discesa flow, la Corvino DH che ci condurrà a Cagnatico tutta guidata: lasciamo scorrere la MTB al massimo....
Giunti a valle si risale su cementate e sterrata fino di nuovo all'ERE.
Ora attenzione all'incrocio dove teniamo la sinistra bassa e proseguiamo fino all'imbocco della Fonte DH.
Qui la forcella lavorerà al massimo ma la roccia, a lato sud, quindi sempre fattibile, ci renderà la discesa avvincente e più impegnativa. Farla tutta d'un fiato vi darà forti emozioni.
Arriviamo alle terme di Vallio quindi in 3 minuti alle macchine.

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O mandaci una mail per qualsiasi indicazione: file124mtb@gmail.com

NB: Al momento dell'inserimento il presente giro è tutto fattibile senza particolari problemi. Si declina ogni responsabilità su eventuali inconvenienti dovuti alla mancata manutenzione dei sentieri o al deterioramento degli stessi a causa di agenti esterni e/o naturali.

GAVARDO - ERE - CORVINO DH - CAGNATICO - FONTE DH - GAVARDO

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Questa versione rimane un pò più dolce nella prima ascesa dandovi il tempo, soprattutto per chi è meno allenato, di godersi il giro in "leggero" relax...
Due salite e due discese: ma di notevole spessore.
Partiamo da Gavardo e passando a Sopraponte, giungiamo a Vallio Terme.
Ora saliamo su sterrata verso la Rocca del Bernacco, quindi il Castagno secolare giungendo alla Croce dell'ERE.
Per chi non ci fosse mai stato...merita....sopratutto per la bellissima visuale.
Ci prepariamo subito per la prima discesa flow, la Corvino DH che ci condurrà a Cagnatico tutta guidata: lasciamo scorrere la MTB al massimo....
Giunti a valle si risale su cementate e sterrata fino di nuovo all'ERE.
Ora attenzione all'incrocio dove teniamo la sinistra bassa e proseguiamo fino all'imbocco della Fonte DH.
Qui la forcella lavorerà al massimo ma la roccia, a lato sud, quindi sempre fattibile, ci renderà la discesa avvincente e più impegnativa. Farla tutta d'un fiato vi darà forti emozioni.
Arriviamo alle terme di Vallio quindi di nuovo Sopraponte e in 15 minuti alle macchine.

Volendo si può anche evitare l'asfalto seguendo la sterrata parallela fino a Gavardo.
Vi allego il link della traccia per la parte finale da Vallio.
https://itinerari.mtb-mag.com/tours/view/17191


GIRO CONSIGLIATO PER MOUNTAIN BIKE ALL MOUNTAIN O ENDURO

BUONA PEDALATA

GIULIEN

MTB ALL MOUNTAIN BS

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NB: Al momento dell'inserimento il presente giro è tutto fattibile senza particolari problemi. Si declina ogni responsabilità su eventuali inconvenienti dovuti alla mancata manutenzione dei sentieri o al deterioramento degli stessi a causa di agenti esterni e/o naturali.

Valle S. Martino: M.te Ghignoletti e S.ta Margherita (ai piedi del Linzone)

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Si ringrazia l'amico Federico (fede707) per la proposta di questo bel giro.

Il primo tour di lungo chilometraggio di questo 2018: 43 km. e 1.500 di D+, quasi tutti pedalati e con pochi punti dove rifiatare...

Sono in una zona a me completamente sconosciuta, che si farà scoprire tra le province di Bergamo e Lecco e che indica, nella chiesetta del Monte Santa Margherita, la naturale meta odierna.

Un giro che mi ha regalato piacevoli soddisfazioni e molte viste panoramiche sulla bassa Valle San Martino (fino a intravedere il ramo di Lecco del Lago di Como),
tra piacevoli paesini, single-trail, facili sterrate e rampe corte ma toste, assieme ancora una volta ai compagni di RaggioXRaggio.
Oggi sono con me: Alberto, Fabio, Federico (fede707), Giovanni, Matteo, Max e Michele.

Alla fine un tour che nelle gambe si è fatto sentire per le pendenze appunto, ma anche per i continui su e giù che ha fatto sembrare, a fine pedalata, il dislivello superiore a quello che realmente è.

Indicato quindi a chi ha una più che buona preparazione fisica, mentre le doti tecniche richieste rientrano nella media.

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Qui il video-racconto della pedalata di oggi: https://youtu.be/gu5PnSWU2oM

Qui la traccia in 3D: http://doarama.com/view/1831212

Ricordate se guardate i video di selezionare nelle impostazioni di visione: "Qualità" a 720p per avere una visione in HD.

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Partiamo da Ambivere per salire fino a Burligo, Gronfaleggio, Ombria, Caprino Bergamasco, La Guarda, Costa e Monte Marenzo da dove parte la salita al Monte Santa Margherita.
Poi giù in mezzo ai boschi passando per Perlupario, Formorone, ancora Gronfaleggio, Ca' Frosco, Grombosco, Gaggio Superiore e Inferiore, per ritornare nuovamente ad Ambivere.


MIglior periodo dell'anno: Primavera o Autunno.

CHI DECIDE DI AFFRONTARE L'ITINERARIO QUI PROPOSTO, SI ASSUME TUTTE LE RESPONSABILITA’ PER I RISCHI ED I PERICOLI A CUI PUO’ ANDARE INCONTRO E, UTILIZZANDOLO, DICHIARA DI AVER COMPRESO IL GRADO DI DIFFICOLTA’ DELLO STESSO. NON SI ASSUMONO RESPONSABILITA' DI ORDINE GIURIDICO PER EVENTUALI DANNI O INCIDENTI CHE POSSANO VERIFICARSI SUL PERCORSO.

Rifugio Crosta anello da Dreuza Fatbike

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Stessa salita molto remunerativa di questo: https://itinerari.mtb-mag.com/tours/view/16946
ma una volta divorate le ottime torte al rifugio si completa anello passando da Dreuza (seconda via di accesso al Rifugio) che essendo in generale meno battuta di quella da Maulone risulta più divertente in discesa. A seconda delle condizioni neve si intercetta il sentiero F6 fino a Varzo.

NB: la traccia parte sopra Varzo e prevede finale in salita per minimizzare il traffico su Sando

667 I parchi di Mestre

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Referente renzo - ( nanino1@inwind.it ) - Ultima ricognizione 13-1-18
SCHEDA TECNICA
Verso Antiorario - Lunghezza = 36 Km - Dislivello Sal/Disc = +0 m
Quote min/Max = 5 / 8 - Ciclabilità su tempo 100% (a piedi 0 min ) - Tempo Standard ore 2:0 min
Velocità media = 18 Km/ora - Difficoltà Tecnica = 1/7 - G.D. = 20 Medio/Facile
NOTE / AVVERTENZE / DESCRIZIONE
Percorso che attraversa i parchi di Mestre sfruttando le nuove ciclabili,adatto per una sgambata invernale o a principianti

Perdonanze-S.Martino-S.Augusta

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Itinerario più che noto,pubblico lo stesso visto che lo trovo una soluzione breve ed ottimale in caso di tempo inclemente con piogge abbondanti nel periodo, inoltre è un piccolo viaggio storico-religioso della zona di Vittorio Veneto, con un castello ora della diocesi,la bella chiesa di S.Augusta con panorama, e la Madonna in cima alle Perdonanze,svolte al contrario e cioè dall'ostica Castagnera di Corbanese,scesi a Vittorio Veneto sù al castello di S.Martino,breve discesa e in seguito ci si inerpica per un ciotolato in pieno centro,poi dalla chiesa di S.Giustina la via Pradal per un "mezzo" Maren, taglio appunto verso S.Augusta,discesa e ciclabile del Meschio per allontanarsi da Vittorio Veneto, Capersica e Formeniga tramite l'ultima fatica di giornata: la via della Colonia e discesa finale di via S.Pancrazio sul Cervano a chiudere il breve giro.
Giro in senso ORARIO

Collalto-Collagù-San Gallo-Fontane Bianche (gravel)

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Percorso pensato e provato in bici gravel,in mtb non è comunque una bestemmia,preferibile la gravel che accorcia i tempi e con discese logicamente non impossibili con forcella rigida e copertoncini più esili.
Partenza da Susegana per un'itinerario che varia in continuazione: collina,pianura con e senza fiumi,e ancora collina,inizialmente l'ostico Col Sandago per fortuna asfaltato,Pieve di Soligo e il Soligo prima della mistica Collagù(dalla chiesetta dipinti e panorami), poi verso il San Gallo conquistato con una dura ma breve inerpicata su un vigneto cementato e non,dal San Gallo discesa sterrata/cementata/asfaltata di via Dei Bert e tramite sterrati e stradine secondarie della zona di Sernaglia si va fino alla bella zona delle Fontane Bianche con un percorso ondulato tra grotte e fiume Piave,bosco di Falzè prima di ritornare sul Collalto, breve ritorno a Colfosco sull'argine Piave, prima di chiudere in bellezza con l'ascesa al Castello di San Salvatore tramite lo strappo denominato " lo strappo delle mura dei Collalto".
Si consiglia di provare il percorso con almeno 3 giorni di distanza da piogge come da prova, con fango più che sopportabile,tratto più pesante nel bosco di Falzè.
Giro in senso ANTIORARIO

Viverone Sud

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Il giro parte da cavaglià, tocca le zone boschive a sud del lago di viverone.
Da cavaglia si raggiunge Marzano dove si inizia a salire, prima carrozzabile poi lungo ST (uno dei miei preferiti); salita tecnica su fondo scassato molto divertente pedalabile al 90% con full e una volta raggiunta la cresta spiana fino alla svolta a sinistra (bel punto pnoramico) dove inizia la discesa altrettanto divertente.
Una volta scesi si torna a cavaglia su strade bianche in falsopiano tra fitti boschi di castagno.
Fattibile tutto l'anno anche dopo piogge.
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