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Channel: Gli ultimi itinerari di MTB-MAG.com | Itinerari
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MONTE TURCHIO - VALLONE DI LECCE VECCHIA

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Dal Rifugio la Guardia si pedala comodamente raggiungendo la Cicerana dove la strada aggira il Monte Turchio sulla sx. Prima di arriavre al Passo del Diavolo si esce dalla strada ed in portage, seguendo alcuni ometti di pietra, risaliamo il crinale montuoso per intero fino in vetta al Turchio dove si gode di un bel panorama sulla Piana del Fucino e su gran parte del PNALM. Dalla vetta si scende lungo il crinale opposto seguendo un sentiero a tratti ostico. Lasciamo improvvisamente il sentiero girando a sx ed attraversando i prati del Cretaro per andare ad intercettare la traccia che si innesta nel Vallone di Lecce Vecchia. Prima di entrare nel vallone è importante tenersi a sx di un evidente formazione rocciosa in quanto la traccia allegata presenta un errore in fase di attacco alla traccia S1. Si lasciano ora decisamente i freni nel percorrere il velocissimo sentiero che solca il Vallone di Lecce Vecchia e porta infine a Lecce dei Marsi.



FOTO https://www.facebook.com/mirco.foracappa/media_set?set=a.1391378774303570.1073742202.100002943827995&type=3


CINGHIALE 09/09/2017 Lecce dei Marsi (AQ)

Pracchia,rif Monte Cavallo,M.Gennaio

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Partenza da Pracchia e su asfalto si va in direzione Porretta fino a Rondaragna.Qui si svolta a sx e s'inizia a salire sempre su asfalto seguendo le indicazioni per Rifugio Monte Cavallo.Dopo poco piu' di 10km si arriva all'incrocio con il sentiero 101 e si svolta a sx seguendo il 101 con andamento ondulato,quasi tutto pedalabile,puntando dritto al Portafranca,passando per il Panaccetto,Pian dello Stellato,Rombiciaio.Al portafranca,si puo'fare una sosta al rifugio in estate,o seguire le indicazioni per Fonte Uccelliera,si entra sul crinale e si apre la vista sul Gennaio e il Corno alle Scale,lasciamo la vegetazione dei faggi e inizia il traverso poco dopo che porta alla Fonte.Qui si prosegue in direzione Passo del Cancellino,sempre ammirando il maestoso panorama che ci circonda e dopo poco piu' di 500mt sulla sx si trova un ripido sentiero che condurra'in vetta al Gennaio con un bel portage di 30 min circa senza fretta.Sosta obbligatoria e dopo giu'in discesa rimanendo sempre sul crinale,spingendo in brevissimi tratti, per Nevaia,Poggio Malandrini e passo Malandrini. Qui si devia a sx per il 3 scendendo al Rif Montanaro e poi fino a Rombiciaio ,nella foresta del teso ,seguendo le indicazioni del sentiero 33 ,immersi tra abetaie e faggete spettacolari.alle Fontanelle tenere sempre a sx,siamo scesi di quota e si entra tra i castagni,il sentiero si chiude un po'in larghezza e man mano che si scende si presentano tratti tecnici ,con tornanti secchi e passaggi tra pietre.A La Casa fare a sx qualche metro su asfalto ,nell'unica strada che troviamo nel borgo e prendere a dx il sentiero che porta a Pracchia Alta.
Ottimo giro in stile All Mountain,protezioni quasi obbligatorie,paesaggio di alto appennino e singol treck che richiedono buone abilita' tecniche e di resistenza fisica

CIMA DELLA LAGHETTA - CRESTA OVEST - STAZZO DEL FUCILE

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Itinerario a due volti, anzi tre. La salita, lunga ma panoramica e mai monotona. Il primo tratto di discesa infernale. Il secondo tratto di discesa selvaggio ma piacevole. Giro sconsigliato a bikers inesperti. Partiamo lasciando l'auto poco prima dell'abitato di Preta e percorriamo il Sentiero Italia che, dopo aver attraversato diversi fossati e boschi, esce alle Macchie Ardenze. Nei pressi del Rio Fucino pieghiamo a sx, attraversiamo il corso d'acqua ed andiamo a intercettare sempre il sentiero Italia il quale, proveniente da Campotosto, sale verso la Costa sola. Inizia un lungo tratto in portage che passa dalla sella sopra la Sorgente Pane e Cacio e prosegue più o meno mentenendosi in cresta sino alla Cima della Laghetta. Dalla vetta incomincia la discesa libera dall'aspro versante ovest. I primi cento metri non presentano difficoltà, si scende ad intuito senza traccia. Improvvisamente però la pendenza e l'insidiosità del fondo aumentano a dismisura. Il timore è quello di cappottare o scivolare, il tutto è sommato alla sensazione d'isolamento che si percepisce in un ambiente dove non passa sostanzialmente più nessuno. Ci troviamo su un crinale sito tra due fossi, quello del Malopasso a dx e il fosso delle Stole a sx. La discesa raggiunge nella parte intermedia pendenze esagerate costringendoci a scendere dalla bici. Ma la ripidità si somma soprattutto al fatto che non esistono più tracce evidenti pertanto si consiglia eventualmente di percorrere il tratto in periodi autunnali quando la vegetazione è meno rigogliosa e probabilmente si riesce a scegliere meglio le linee da seguire. Dopo almeno 500m d'inferno si giunge allo Satzzo del Fucile, o di quel che rimane , ammesso che si riesca a scorgerlo tra la vegetazione. Dallo stazzo, volgendo lo sgaurdo a ovest, occorre tenersi leggermente a sx, poi puntare ad ovest ed in prossimità del bosco, facendo attenzione, si scorgeranno i segni biancorossi. Ora ci si piuò rilassare e godersi l'insolita discesa dallo stazzo del Fucile che a quota 1340m interseca il sentiero Italia e ci riporta alla macchina.


FOTO https://www.facebook.com/mirco.foracappa/media_set?set=a.1340256182749163.100002943827995&type=3


CINGHIALE 16/07/2017 Capricchia (RI)

Priaforà e Novegno con ritorno per il Colletto Piccolo

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Questo giro ad anello raggruppa almeno 3 giri già fatti e pubblicati da altri amici del forum.
Oltre ad essere piuttosto impegnativo per la lunghezza e per il dislivello della salita, nonchè per qualche tratto tecnico in discesa, lo pubblico soprattutto per la discesa dal Colletto Piccolo a Velo D'Astico, che permette di chiudere il giro senza dover scendere per asfalto e senza dover scavalcare il Monte Summano.

Partiti da Piovene Rocchette, si percorre la ciclabile della vecchia ferrovia fino ad Arsiero dove, lavori permettendo, ci si immette dopo circa 2 km sulla provinciale 81 fino ad una curva da dove si intraprende la bellissima salita dell'Aralta e del Priaforà.
Ci aspettano circa 14 km fino al punto più alto (Monte Rivon), ma almeno 10 sono fino al Passo Campedello, dove l'iniziale strada forestale lascia spazio ad un sentiero piuttosto pedalabile e sempre più panoramico.

Proseguendo per il Monte Rivon o Forte Rione si può godere di un incredibile panorama a 360 gradi, e qui è consigliata una visita e piedi o in bici sulle tante gallerie e postazioni di Guerra che circondano questo ex-baluardo della Prima Guerra Mondiale.

La discesa prosegue su parte del percorso dell'andata, seguendo poi verso est una volta giunti alla sella del Giove. La discesa è in parte tecnica per la presenza di fondo smosso, intervallata però da stupendi singletrack in falsopiano.

Dopo circa 3,2 km dalla sella, si giunge al Colletto Piccolo, uno sperone che si affaccia su Santorso (e le sue frazioni) da un lato e su Velo D'Astico dall'altro.
Volendo quindi chiudere il giro rientrando ad esempio a Piovene Rocchette attraverso la ciclabile del trenino, si prende il 464 che su un singletrack che assomiglia molto ad una montagna russa, arriva a congiungersi al 465 per poi piegare verso est in modo deciso e superando (bici a mano o in spalla) un breve tratto ripido di circa 10 metri.
Dopo questo unico ostacolo si prosegue prima su pendenza decisa in mezzo al bosco, poi su discesa sempre più dolce fino ad incontrare le frazioni a monte di Velo.

Qui si può scendere verso Piovene (come da traccia) o tenere la direzione di Arsiero, sempre su strade secondarie.

Questa ultima parte è veramente divertente e piacevole, soprattutto alla chiusura di una uscita in mtb impegnativa come questa.

Seehorn da lago Sera con variante discesa via Brukapelle

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Per salire in cima all'iperpanoramico Seehorn ad oltre 2400m, non è che serve seguire una traccia. L'unica svolta è quella per l'imbocco del sentiero al passo Furggu ma è segnalato direttamente sull'asfalto con scritta tipo i "W Coppi" di una volta. Più chiaro di così...

In realtà la traccia contiene una variante di discesa come da titolo ma, procedendo con ordine:

Salita: niente di rilevante fino al passo, si sale tranquillamente su asfalto con pendenze che diminuiscono in corrispondenza di un tornante. Poi si spinge o si porta fino in vetta. Personalmente dal passo direi 70% spinta, 10% spalla, 20% in sella ma le percentuali variano a seconda della forza e della tecnica di salita.

Discesa: sempre personalmente ho fatto a piedi il primo tratto ed uno dei traversi lungo la pietraia, quello con più pendenza. Il tutto per mancanza di tecnica adeguata. Avvicinandosi al lago Seetole e successivamente fino al passo ed oltre lungo lo Stockalperweg fino alle baite di Chatzhalte: SPETTACOLO.
Arrivati alle baite si può proseguire lungo lo Stockalperweg secondo il percorso classico descritto anche qui: http://www.salitomania.it/index.php?option=com_content&view=article&id=571:mtbseetole-zwischbergental&catid=55:itinerari-mtb&Itemid=57
oppure seguire la traccia per affrontare una variante di tipo cicloescursionistico, dato che il sentiero che corre in costa fini alla Brukapelle non è totalmente ciclabile causa saliscendi, scalinate con tronchi di legno e tratti stretti o parzialmente franati. L'ambiente è comunque superlativo e in questo senso ne vale la pena. Arrivati alla bella cappella nel bosco, dal nome curioso ma ben spiegato sul cartello, inizia la discesa, a tratti molto ripida, con sequenza di tornanti anche S3 fino ad innestarsi sul percorso normale di discesa poco sopra al ristorante.

Con questa variante il giro risulta un po' più lungo ma se si ha il tempo e la voglia, consiglio una ulteriore variante che consiste nel risalire la Zwischbergental almeno fino al ponticello in modo da percorrere in discesa il sentiero superflow denominato BergWeg seguendo parte di questo itinerario: https://itinerari.mtb-mag.com/tours/view/17537


Fotoalbum: https://photos.app.goo.gl/87yJMxrRdmWCXz6u2

governolo-mantova argine mincio dx+sx

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si parte da governolo e si costeggia l'argine dx del mincio, a mio avviso il tratto più bello; tutto sterrato.
arrivati a mantova si passa sotto il tunnel e si percorre un tratto di strada, purtroppo non ci sono alternative, prima di riprendere l'argine sx e chiudere sempre a governolo

Garolda, C.Bianco, Busatello

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traccia che costeggia per andata e ritorno il canal bianco.
possibilità di scendere nel canale e pedalare in obbliquo sull'argine in cemento.
bellissimo poi il giro dentro l'oasi del busatello.
tutto sterrato

Rufina Monte Giovi Burraie Olmo

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scesi dal treno a Rufina si prosegue per Scopeti, salendo fino alla bottega del Giovi. Da saliti sul Giovi per proseguire sullo 00 abbiamo dovuto deviare causa battuta di caccia. Si prosegue per Monte Rotondo dove si dovrà percorrere un picolo tratto a piedi, per poi proseguire sul Poggio Ripaghera e scendere verso l'Olmo

Valle di St. Barthélemy: Rif. Magià, Monte Morion

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Giro di grande soddisfazione paesaggistica (l'autunno per i suoi accesi colori è il periodo migliore per godersi la montagna) in una delle valli più belle della Valle d'Aosta: St. Barthélemy.

Giro che ho voluto si prestasse alla più variegata tipologia di biker: da quelli che vogliono farsi una tranquilla pedalata, a quelli che vogliono qualcosa in più ma senza strafare, per terminare con quelli che vogliono vivere la montagna a 360° (rapida escursione trekking di tutto rispetto compresa).

Ma voglio spiegarmi meglio, perchè dai 33,5 km. e 1.500 mt. di D+ non si direbbe proprio... almeno per le prime due tipologie sopra descritte:
- per chi vuol farsi una tranquilla pedalata, tenere l'itinerario completo fino a Porliod. Da qui scendere direttamente su asfalto fino a Lignan passando per St. Barthélemy;
- per chi invece vuole qualcosa in più, le alternative possono essere due:
la prima è quella di salire oltre Porliod come da traccia e poi (dopo l'Osteria del Passet) prendere a sx per arrivare a Tza de Fontaney senza fare tutto il giro attorno al Mt. Morion;
la seconda invece, vuole che si arrivi fino al Col du Salvè (dove c'è la Croce) e da lì iniziare la discesa senza arrampicarsi per il Mt. Morion.

Come nota generale direi invece che la maggior parte della salita si svolge su sterrata ampia e ben tenuta con pendenze discrete fino al Rif. Magià (media del 6,5%) per aumentare poi nel secondo tratto da Porliod fino al bivio per l'11C al Col du Salvè (media dell'8,8%) con un'ultimo corto tratto di portage.

La salita a piedi direi invece che è rivolta a quegli escursionisti con tecnica un pò avanzata e non hanno timore di percorrere alcuni tratti discretamente esposti che richiedono passo fermo e mancanza di vertigini (il video toglie ogni dubbio).

Le discese dal Col du Salvè non si presentano mai troppo tecniche e su divertenti single-trail che, in alto, sono i tipici sentieri di montagna, per poi (da Tza Fontaney) diventare fantastico free-ride (sempre segnalato) nei prati e poi nei boschi fino alle porte di Lignan.

Insomma direi che le varianti in questo tour ci sono tutte per far si che venitate a visitare questa fantastica valle... se poi venite nel periodo autunnale, sarà l'apoteosi: colori caldissimi, cielo limpido e sole che scalda ancora le ossa.

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Qui il video-racconto della pedalata di oggi: https://youtu.be/BlZtdyrrBwg

Qui la traccia in 3D: http://doarama.com/view/1724444

Ricordate se guardate i video di selezionare nelle impostazioni di visione: "Qualità" a 720p per avere una visione in HD.

Puoi vedere tutti i miei video sul nuovo canale Youtube "I Sentieri di Black": https://www.youtube.com/channel/UCLJMJ9qSHQhs1YP_yVnkWhw
Tieni inoltre presente che i miei video non sono quasi mai visibili da dispositivi mobili per i copyright legati alla musica presente in essi. Su alcuni cellulari (come Iphone) o notebook (come Ipad) è possibile quando si entra nel video e compare la scritta “Video non disponibile”, accedere alle opzioni del cellulare e impostarlo come “desktop”, in questo modo il video dovrebbe sbloccarsi ed essere visibile anche sul cellulare. Non ci sono invece limitazioni su tutti gli apparecchi fissi.

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Il Tour nel dettaglio:

Parto da Lignan e perdo subito 125 mt. di dislivello, fino ad arrivare alla deviazione a sx per Praz. Da qui inizia la mia tranquilla salita nel vallone a fianco del Torrente St. Barthélemy, prima su bitume e poi, dopo La Fontane, su larga pulita e comoda strada bianca.
Ora man mano che salgo di quota e il sole inizia a fare capolino, si aprono le vette davanti a me e tutto si fa meraviglioso: qualche laghetto, ampie praterie, alpeggi...
Arrivo così dopo circa 8 km., all'alpeggio dove prendo le indicazioni a dx per il Rif. Magià, prima tappa di oggi.
Passo per la bella cappelletta e poi attraverso una commovente prateria (io ho scelto di percorrere in questo senso l'arrivo al rifugio perchè senz'altro più bello con le montagne di fronte; può percorso anche in senso inverso da dove poi scenderò dopo, in ogni caso dovete sempre tornare al grande alpeggio).
Un cortissimo tratto di portage e poi ancora prateria fino al rifugio.
Ora torno indietro su strada bianca fino all'alpeggio citato precedentemete, per continuare sempre su ottimo sterrato fino a Porliod.
Dal parcheggio/area pic-nic, ora salgo più deciso verso il Col du Salvè, prima su asfalto e poi nuovamente su ottimo sterrato. Mi stacco poi dallo sterrato per l'11C da fare in portage (poco però) fino al Colle.
Da qui miro la cima Coppi di oggi: il Mont Morion.
Lascio la bici e inizio a salire con passo sicuro fino alla cima (20 min. per circa 150 mt. di D+).
Panorama veramente a 360° da dove i privilegiati di oggi sono: il Monte Rosa, il Monte Bianco e un pò nascosto il Cervino. Si vedono inoltre i due valloni risaliti divisi da questa anonima vetta.
Ridiscendo, prendo la bike, ed iniziano le danze: da prima su sentiero tecnico, poi su verdeggianti praterie, fino a Tza de Fontaney.
Da qui le cose si fanno più semplici: sentieri in altre praterie, poi bellissimi boschi fino a strada bianca, asfalto fino a Lignan dove passo per l'Osservatorio Astronomico della Valle d'Aosta, il Planetario ed infine all'auto.
Ne porto a casa un tour di tutto rispetto con panorami e paesaggi veramente di notevole fascino.

CHI DECIDE DI AFFRONTARE L'ITINERARIO QUI PROPOSTO, SI ASSUME TUTTE LE RESPONSABILITA’ PER I RISCHI ED I PERICOLI A CUI PUO’ ANDARE INCONTRO E, UTILIZZANDOLO, DICHIARA DI AVER COMPRESO IL GRADO DI DIFFICOLTA’ DELLO STESSO. NON SI ASSUMONO RESPONSABILITA' DI ORDINE GIURIDICO PER EVENTUALI DANNI O INCIDENTI CHE POSSANO VERIFICARSI SUL PERCORSO.

casola trail

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percorso in parte all interno di castagneti e faggeti carraie e sentieri aperti brevi tratti in asfalto su stradine secondarie livello di allenamento medio brevi traatti rioidi e discese poco impegnative

CORNIZZOLO - M. RAI

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CORNIZZOLO - M. RAI
Di Sergio Meroni e Cantaluppi Gianni

Accesso
Como – Erba – direzione Canzo – Ghisallo con punto di partenza dal Lago del Segrino in corrispondenza della foce di lago.

Note
Per tutta la salita e per i tratti a spinta, è richiesta una più che ottima preparazione fisica.
Dislivello tot. m. 1080 salita e discesa
Quota massima m. 1240
Distanza totale del giro Km 18 Non sono molti ma vi assicuro sono più che sufficienti per questo giro.

Breve descrizione
Si parte subito in salita e con una pendenza molto marcata e continua per un lungo tratto, poi ci si abitua a spingere con forza sui pedali, e solo in prossimità del rifugio finalmente si prosegue per qualche breve tratto anche in piano. Senza possibilità di errori di tracciato si arriva così alla piana dove è collocato il Rifugio Consiglieri.
Facoltativa è la salita alla cima del Cornizzolo. ( tutta la salita è a spinta e con qualche passaggio con bike in spalla ). Ottimo il panorama dalla cima.
Discesa
Dalla cima, per un buon tratto, si scende in sella solo per brevissimi tratti, poi però, arrivati all’inizio dei protoni, tutto cambia, e scendere fino alla piana è uno spasso.
Ora dalla chiesetta, si riprende a salire, per sterrato, in direzione della torre di comunicazioni, ma solo fino alla quota 1173 (presenza di cartelli indicatori dei sentieri). Ci si addentra nel fitto bosco, ma solo per un brevissimo tratto, poi usciti sul prato a spinta si raggiunge la cima del Monte Rai.
Bellissimo il panorama dalla cima sulle montagne circostanti, ma che stupisce e sbalordisce è la vista sottostante sulla città di lecco e il lago. Ne è valsa la mena puntare anche a questa meta.
Discesa
Puntando ora in direzione del Cornizzolo si scende nuovamente alla piana per l’altro versante della montagna, questa volta con pochissimi tratti dove si deve scendere dalla bike.
Giunti nuovamente alla piana, si rientra verso il punto di partenza, ma scendendo verso valle solo per un breve tratto, abbandonando la strada asfaltata, in corrispondenza di una curva dove è ben visibile la presenza di un cartellone informativo e di una rampa di lancio per parapendio. Scavalcata la protezione si inizia l’ultima parte della discesa e rientro al Segrino. All’inzio il sentiero è poco evidente, ma solo per un brevissimo tratto, poi tutto diventa più semplice anche se mai banale la discesa verso valle. Primo cambio di direzione a destra a quota 890 – altro cambio direzione verso valle a quota 920 nuovo cambio di direzione a sinistra per sentiero a quota 680 - poi dopo una discesa lungo dei ripidi tornantini, si arriva alla chiesetta e si prosegue verso valle lungo la Via Crucis e le cappelle votive. Si arriva di seguito su una ampia strada sterrata di servizio per la cava e con logica si rientra al Segrino.
Questa ultima parte della discesa, dalla rampa di lancio fino alla chiesetta non è per nulla banale. E’ necessaria una buona tecnica di guida e padronanza sicura della bike. Non ci sono pericoli di rilievo, ma il sentiero è alle volte abbastanza stretto e con qualche insidia nascosta, quindi, fare attenzione e mai abbassare l’attenzione.
Nota aggiuntiva
Un Grazie a Berus per le informazioni per questo giro.
Di tutti quelli che ho già fatto con meta Cornizzolo, questo è senza dubbio il più bello e logico.
Se desideri ricevere la traccia GPX invia una e-mail a lariomountainbike@libero.it
Ciao Sergio

mtb festa del tartufo montefiorino

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percorso di media difficolta per persone con un minimo di allenamento lungo i castagneti e i faggeti di Montefiorino-Frassinoro.brevi tratti di asfalto su strade secondarie.partenza e arrivo presso il palazzetto dello sport

escursione a palagano

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escursione di media difficolta lungo i sentieri e le carrate di palagano e frazioni livello di allenamento medio brevi tratti asfaltati alcune discese dove prestare attenzione ma fattibili tt in sella nessuna salite impegnative

Alba - Rocca dei 7 fratelli - Coazzolo - Barbaresco

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Giro fisicamente impegnativo per la distanza in continuo sali-scendi con grande appagamento visivo per il maestoso paesaggio delle Langhe e dei caratteristici borghi come Neive e Barbaresco.
Da Alba ci si dirige verso Treiso dove si costeggia la maestosa rocca dei 7 fratelli, sulla strada del Moscato si raggiunge poi Coazzolo dove si incontra la prima panchina gigante (blu). Si raggiunge poi Neive dove consiglio un giro nel borgo e si procede verso Barbaresco attraverso passaggi bellissimi molto panoramici (panchina Verde) e altri impegnativi dove a volte e necessario scende per qualche metro. Da Barbaresco si scende sulla sponda del Tanaro sempre attraverso bellissime strade panoramiche e discese a picco; le fatiche non so ancora finite perche si riprende quota per raggiungere il sentiero Fenoglio dove si gode dell'ultimo panorama della giornata.
I passaggi su asfalto sono principalmente su strade decisamente secondarie frequentatabili solo da trattori.

Susegana gravel

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Alla ricerca di un percorso possibile in gravel partendo da Susegana è uscito questo,migliorabile nel tempo con il consiglio dei praticanti,per esempio inserendo il Monticanello prima di Conegliano o altro,fino a Vittorio Veneto sterrato per buona parte, poi finale con asfalto in prevalenza,vuoi per la circolarità del giro e magari per alleggerirlo proprio nel finale, visto che le salite anche impervie non mancano,le Perdonanze per esempio.Le discese con alcuni tratti al limite,le consiglio un poco più lente rispetto alla mtb,si guadagna comunque sia in salita che nei tratti in piana,svolto con copertoncini da 32,consiglio anche i 35 e con un poco di grip con terreno umido,con terreno pesante lasciate perdere.Giro in senso ORARIO,tratti da prestare attenzione in discesa:Breve tratto prima di Via Cucco climb,discesa Calronche(parzialmente) e un tratto delle Perdonanze nella fase iniziale della discesa.

Tour de Tzan 2732 m

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Itinerario di Cicloalpinismo con tratti di portage e discese tecniche.

Zuper Tour intervallivo ad alta quota tra la Valtournenche e la St. Barthelemy attraverso il nuovo meraviglioso sentiero inaugurato ad ottobre 2017.

Start da area pic nic di Plan Piorion 1750 m. Breve riscaldamento fino all'arrivo della telecabina di Chantorné dove imbocchiamo contromano il Family Bike, un divertente ST di discesa per bambini servito dalla seggiovia solo nel mese di agosto (quindi VIETATO in questo periodo). Il percorso si snoda completamente nel bosco con qualche rattone feroce ma in generale con pendenze potabili da gambe decentemente allenate. Molto bello, ottimamente tracciato e lontano dalle poderali. A quota 2200 m parte il nuovo sentiero Verde, ben segnalato dalla nuova cartellonistica. Complimenti di cuore all'amministrazione di Torgnon, ben eseguito, iper panoramico e ideale per le mtb. Vari punti di sosta permettono di ingannare i circa 4 km di saliscendi comunque impegnativi (a tratti mooolto). Sbucati sulla strada agricola per il colle Chomioy la risaliamo fino all'alpe omonima a quota 2400 m circa dove prendiamo l'antico Ru diventato ora magnifico ST. Si pedala 100% per altri 3-4 km fino al lago di Tzan, lungo un paradiso che speriamo venga ben gestito dai bauscia elettrici e non. Dal lago finalmente imbocchiamo la AV1 e con brevi spintarelle, qualche pedale e poco Portage arriviamo alla mitica finestra di Tzan 2732 m. Protezioni ON, messaggio "mamma ti ho voluto bene" e ci scartavetriamo giù per il diabolico dirupo nella Valle di St. Barthelemy. Astenersi Ciuccianebbia, trattasi di sgarrupo verticale, ripido, esposto, sdrucciolevole su tornanti stretti a chiocciola. Praticamente BELLISSIMO. Man mano che si scende le cose si semplificano diminuendo l'esposizione ma fino al fondo valle FBL totale (fa' bala' l'occ) sempre su tornati e qualche rolling stones nel finale. Cambio assetto al rifugio Magià 2000 m e prendiamo la rampa di lancio illogicamente ripida per il Risalage di giornata. Un centino di soft Portage fino all'alpe Beauregard e siamo di nuovo su poderale ripida e panoramica fino a 2500 m dove lasciamo la sterrata e ci riposiamo su sentiero con altro breve Portage per ulteriore centino. Ottimo e ricreativo traverso (non prendere sentiero a monte perchè attrezzato) e siamo oramai sotto la bastionata che da accesso all'Oratorio di Cuney che raggiungiamo su facile portage. Luogo suggestivo e contemplativo. La Becca di Fontaney 2972 m tenta di adescarci ma questo inizio novembre non ci permette ulteriori divagazioni. In discesa si parte subito con qualche breve tecnicismo, si prende fiato su falsopiano e ci si impegna a fondo fino all'alpe Reche. Guadagnamo poi su piacevole ST multitraccia la gola del torrente Frederon e salvo pochissimi passi a piedi ci ammazziamo di autoerotismo fino alla cecità. Passaggi tecnici di qualità e soprattutto Moquette Imperiale di Larice ci riportano scimuniti al rifugio. Lungo relax su forestale e andiamo a prendere l'antico e poco manutenuto Ru de Joux. Attenzione a non sottovalutare questo tratto. Molto caratteristico e soddisfacente ma c'è una frana da passare inizialmente (pochi passi ma ocio !) e soprattutto continui passaggi esposti apparentemente banali e poco visibili ma dove una distrazione puo' essere fatale. L'ultima lunghissima forestale attraverso i colletti di Joux (breve risalita mortale) e de Bornes ci riporta alla macchina.

In conclusione impegnativo Tour da aggiungere alla lunga lista dei To Do.

27 - Periplo Testa di Comagna

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Giro antiorario della Testa di Comagna attraverso 3 colli. Da Cillian (620 m) fino a Col d’Arlaz (1060 m.) lungo Ru d’Arlaz, antico canale irriguo in pietra segnalato come sentiero n.3 e si prosegue fino a Orbeillaz. Da qui inizia l’asfalto della strada per il Col Tzecore incrociando il sentiero per le miniere Bechaz. Di fronte all’area pic-nic del Col Tzecore si imbocca un sentiero in falsopiano, si arriva a Sommarese, ci si mantiene sopra la frazione e si prosegue fino al Col de Joux e al laghetto di Pallù. Dal laghetto si scende per sentiero poche centinaia di metri e, al bivio prima del bosco, si prosegue a destra per sentiero 7 Feilley-Salirod a tagliare la strada del Col de Joux attraversando le frazioni di Salirod, Lenty e ritornare a Cillian.

Piz Nair - St. Moritz (flow trail)

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Periodo consigliato: luglio-settembre
Partenza: Piz Nair 3057 m.
Discesa: dirigersi verso Fuorcla Schlattain mantenendosi a sinistra della "cresta", una volta raggiunta la Fuorcla troverete delle indicazioni che vi indicheranno Lej Alv (35 min.) e Corviglia 55 min.
La discesa fino al Lej Alv è abbastanza impegnativa ma ciclabile al 100% per utenti con media esperienza, il tratto dal Lej Alv al Corviglia è molto semplice.
Una volta raggiunto il Corviglia consiglio la disscesa sul flow trail.

MTB SPETTACOLO - lago di garda 601 coast trail dosso dei roveri

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Partenza da Torbole con bike shuttle ci siamo fatti portare a san valentino dove abbiamo iniziato il nostro stupendo giro spettacolo con 5 km di asfalto di riscaldamento fino al rifugio Graziani da qui iniziano i 4 km più duri di salita con tratti a pendenza 18% con ghiaia e sassi una mulattiera tosta ma bellissima. in cima all'altissimo foto di rito con vista lago e monti stupefacente che paga il biglietto, piccola sosta caffe e dolce poi si parte con la prima discesa.
601:primo tratto stupendo per paesaggi e tecnica di livello superiore al trail direi dh puro con gradoni sassi smossi ripidi poi però diventa piu' fattibile peccato le foglie (mai più farlo in questo periodo meglio la primavera) che ci ha reso più difficile viscido il terreno, ma piano piano e con tratti a spinta siamo arrivati alla seconda discesa
COAST TRAIL discesa pura enduro , resa più difficile per le foglie che non facevano smollare la bici al 100% ma bellissima discesa , non finita tutta pero perché la parte finale siamo andati a concludere il 601 (pezzo da evitare meglio proseguire il coast ).
arrivati a Torbole di nuovo bike shuttle per risalire fino dos casina e spararci la terza discesa
DOSSO DEI ROVERI: discesa stupenda veloce con qualche sasso e tecnica trailistica pura fatta acannone una goduria voto 9.
La discesa finisca a Navene dove si torna a Torbole per il lungo lago.

PELONE NORD-COLLE ROMICITO-COLLE PACEROLO-FOSSO DELLA FUMECHENTA

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L'area boschiva compresa tra il Bosco della Martese e la Valle del Rio Castellano, chiusa ad ovest dalla triade Pizzo di Sevo, Cima Lepri e Pizzo di Moscio è senza dubbio la piu selvaggia e meno conosciuta dell'intera Laga. I telefoni non prendono da nessuna parte, il gps va spesso in tilt o non assicura precisione e in questo posto, se non lo si conosce a menadito, molto facilmente ci si perde, la probabilità di essere ritrovati in tempo utile si assottiglia di molto. Il luogo è frequentato solo da fungaioli esperti limitatamente a qualche mese durante l'anno oppure da qualche rarissimo escursionista. Premesso questo, il mio consiglio è di non avventurarsi da soli, farsi accompagnare da gente esperta, dotarsi di una carta e di un gps ma di non fidarsi troppo di questi strumenti. Per quanto riguarda la traccia che propongo ha bisogno certamente di modifiche migliorative che cerco di spiegare nel corso della recensione onde evitare di tornare a casa eccessivamente provati. Innazitutto consiglio vivamente di affrontare l'escursione nei mesi autunnali ed in condizioni di meteo perfette. Per risparmiarsi inutili e noiosi km di bitume partiamo direttamente dal Ceppo, percorriamo la strada forestale e imbocchiamo il sentiero che porta alle Cascate della Morricana. Proseguiamo ed usciamo sulla parte alta del Fosso delle Cannavine. La segnaletica ed un piccolo sentiero ci guidano fino ad un ampio stazzo dopo aver attraversato dei piccoli fossati. La traccia ora punta ripida in alto e si giunge in portage ad una sella. Seguendo il crinale in pochi minuti siamo in vetta al Pelone Nord. Puntando ad est si inizia a scendere su prati andando più avanti ad intercettare un tracciolino che degrada sulla cosiddetta Sella della Ravetta. Qui ci si immerge nel tratto più selvaggio, intricato e remoto. La parte del Colle Romicito è solcata da una traccia evidente ma che ad un certo punto bisogna lasciare per deviare su un crinale minore che porta al Colle Pratatrelli. Importante è sempre restare in cresta e fiutare la traccia che di tanto in tanto scompare oppure si divide in innumerevoli camminamenti. Si prosegue per il terzo colle ossia il Colle Pacerolo dove la discesa diviene più ripida e accattivante degradando al Colle Guidotti. Improvvisamente la selvaggia traccia di cresta termina sulla Costa Struito. Sembra che il sentiero conduca al nulla ma volgendo lo sguardo a sx si nota una traccia che scende decisa nel Fosso della Fumechenta. Il sentiero si presenta piuttosto sporco in quanto poco frequentato ma non oso immaginare che bello sarebbe in condizioni ottimali. Dopo una serie indefinita di tornantini si giunge ad un bivio. In questo punto noi abbiamo scelto di esplorare parte del Fosso della Fumechenta risalendolo per un tratto e poi portandoci sul lato opposto. Infine dopo una breve discesa nel fosso abbiamo erroneamente deciso di concludere il giro a Pietralta. Per far ciò abbiamo dovuto percorrere la noiosa e lunga traccia che risale la vallata del Torrente Castellano. Orbene, giunti al bivio suddetto consiglio due opzioni. La prima è quella di guadare il torrente per poi scegliere se prendere a dx il 325 e chiudere la gita a Colle Pietralta oppure prendere a sx, intercettare la carrabile che porta a Collefrattale e chiudere qui l'escursione. Fidatevi, se non siete amanti del genere wild, scegliete altri itinerari.


FOTO https://www.facebook.com/mirco.foracappa/media_set?set=a.1438736246234489&type=3&pnref=story




CINGHIALE 04/11/2017 Ceppo (TE)
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