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Gran Traversata del Biellese (4^ Tappa): Castellengo/Ailoche

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Note: Superata la pianura agricola, percorriamo la valle del torrente Ostola fino a raggiungere la fascia collinare che circonda Masserano, il cui caratteristico centro storico ha conservato l'impianto originario.
Il principale motivo d'interesse dell'itinerario è costituito dagli spettacolari panorami che si godono per gran parte del percorso. Siamo nelle zone di produzione del Bramaterra, uno dei vini D.O.C. più apprezzati nell'ottima produzione del territorio biellese; un'eccellente combinazione del vitigno Nebbiolo, che trova nei terreni e nelle caratteristiche climatiche dei colli tra Masserano, Brusnengo e Sostegno il suo habitat naturale.

La tappa odierna tocca per me una zona molto speciale: le "Rive Rosse". Le "Rive Rosse" sono anche, a mio giudizio, il luogo più bello di tutta la Gran Traversata del Biellese... ma forse sono di parte...
Si trova di tutto: dai bellissimi panorami, a terre rosse che ricordano i territori delle montagne rocciose americane (io la chiamo "la nostra piccola Moab), tratti di single-trails nelle pinete, laghi, tratti scorrevoli e altri molto tecnici.
Il tour di oggi le tocca di sfuggita, anche se vi darà un'idea sufficiente di quale chicca ambientale stiate percorrendo.
Purtroppo la GtB passa in una parte di questo territorio in senso contrario (Asei/bivio H44) a come di solito vengono percorse le piste in mtb. Questo renderà difficoltose le salite che, fatte invece al contrario, sono molto goduriose (e anche tecniche). Motivo in più per percorrerle con più calma.
Ultima nota che merita di essere evidenziata: lungo l'N10 ho fatto una cortissima deviazione (presente nella traccia e anche la foto) a Cima Terla da dove si gode di un PANORAMA STREPITOSO sul lago di Ravasanella (o di Asei) e sulle alpi biellesi/valsesiane. Non perdetevela!

Non vi elenco nessuna traccia visto che sono molte, ma vi invito anche in questo caso, a visitarle con calma e con più giri in zone diverse: uno solo non basta!

Attrazioni della giornata:

- La pianura biellese e i suoi boschi;
- Il bel borgo di Masserano;
- La fantastica zona delle "Rive Rosse" (anche se purtroppo percorse al contrario dopo Asei);
- Il lago di Asei.

Segnavia R8, R9, N10, H1

Si parte dalla chiesa dei Ss. Pietro e Paolo nei pressi di Castellengo (R8) e ci si dirige a Est verso la pianura biellese. Si passa per C.na Aiazza, la chiesa di San Vincenzo, C.na Molino Isola.
Si attraversa il torrente Cervo nei pressi di Castelletto Cervo, si arriva in paese attaversandolo e prendendo a dx sull'R9. Si costeggia per un pò il torrente Ostola, si passa per i "laghetti delle meraviglie" e si esce su asfalto a Terzoglio.
Nei pressi di Battiana si svolta a dx, prendendo poco più avanti a sx ed entrando in un bel bosco con tratti di single-trail. Si passa sopra la tangenziale, C.na Bedotta e si sbuca a Vallelonga.
Si devia poi a dx verso Ratina e Fiora per svoltare poi a sx verso C.na Bramante. Si continua a pedalare nei boschi fino a Masserano che si attraversa prendendo l'N10.
Nuovamente nei boschi fino a Rongio Superiore, Forte (oppure si passa da Brusnengo) e sempre sull'N10 si entra prima nelle vigne di Brusnengo e poi si sale verso la l'oratorio della Madonna degli Angeli.
Ora si è in pieno territorio delle "Rive Rosse" e tenendo sempre l'N10, ci si dirige verso Cima Terla da dove si gode di uno strepitoso panorama. Si torna indietro di qualche metro e si scende in single-trail verso lo sbarramento della diga di Asei. Si prende l'M61 e si sale verso Asei, dove inizia ahimè il lungo tratto alternato di pedalato/poussage/portage (circa 4,5 km.). In compenso avrete numerose fermate intermedie per godere degli splendidi panorami.
Si scende su distrutta strada forestale fino ad Azoglio, si raggiunge e attraversa Crevacuore prendendo poi a sx l'H1 che sale prima ripido su asfalto e poi diventa single-track sterrato passando per Colle Ramelle e sbucando a Ailoche. Si attraversa Ailoche raggiungendo Piasca meta del nostro giro di oggi.

Voto del tutto personale alla tappa: 3 su 5. Peccato, perchè il punteggio poteva essere molto più alto, ma la dura risalita dopo Asei abbassa di qualche punto la valutazione più che positiva dei bellissimi posti attraversati.

CHI DECIDE DI AFFRONTARE L'ITINERARIO QUI PROPOSTO, SI ASSUME TUTTE LE RESPONSABILITA’ PER I RISCHI ED I PERICOLI A CUI PUO’ ANDARE INCONTRO E, UTILIZZANDOLO, DICHIARA DI AVER COMPRESO IL GRADO DI DIFFICOLTA’ DELLO STESSO. NON SI ASSUMONO RESPONSABILITA' DI ORDINE GIURIDICO PER EVENTUALI DANNI O INCIDENTI CHE POSSANO VERIFICARSI SUL PERCORSO.

Gran Traversata del Biellese (5^ Tappa): Ailoche/Castagnea

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La tappa di oggi purtroppo è la più deludente della traversata: è giusto che ve lo dica. Poca la ciclabilità, poche le attrazioni da vedere e pochi i panorami: sono solo due le peculiarità di questo tratto: la chiesa degli alpini e la discesa verso Coggiola.
Prendetela solo come una tappa di trasferimento: punto e basta.

Attrazioni della giornata:

- La chiesetta gli Alpini di Noveis;
- La discesa sulla mulattiera che dalla chiesette delle Piane (Noveis) scende a Coggiola.

Segnavia H6, H12, G4, G13, G6

Suggerimento: se volete evitare il tratto "chiesetta degli Alpini di Noveis/chiesa delle Piane" (caldamente consigliato evitarlo) per nulla pedalabile, coperto da vegetazione e difficoltoso anche a piedi, scendete a sx sul sottostante alpeggio di Noveis con bar/ristorante. Da lì tenete l'asfalto verso dx in discesa fino a trovare la chiesa delle Piane e la traccia.

Alla fine della tappa a Castagnea (se volete tirarvi un pò su il morale e se avete ancora energie) consiglio questo tour: http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/5707 alla diga del Piancone.

Il biglietto da visita la tappa lo presenta già all'inizio: 3,5 km. al 12,5% di media, purtroppo però resi quasi tutti impedalabili dal pessimo stato della forestale coperta completamente da pietre instabili che non rendono possibile spingere sui pedali. Sono sull'H6 e ci metterò quasi 1 ora a raggiungere l'Alpe Sparavera, complice anche le gambe dure come pezzi di legno che non vogliono girare.
Le pendenze ora dimunuiscono e migliora anche lo stato della forestale che permette finalmente di salire in sella e pedalare... per circa 1 km. Si perchè ora si stacca sulla destra una scalinata in legno (H12) che porta all'area pic-nic prima e alla bellissima chiesette degli Alpini di Noveis dopo (sono circa 200 mt. al 23%).
Qui il panorama è fantastico: la vista spazia da est verso ovest senza che nulla ne copra la vista. In giornate limpide si riesce a vedere fino a Milano e il Pizzo Bernina (135 km. in linea d'aria). A nord sembra quasi di toccare il Monte Barone, la vetta principale di questa parte di territorio biellese.
Non vorrei più muovermi da qui talmente è bello il panorama, ma devo continuare già sapendo quello che mi aspetta...
Inizia ora una esile traccia (prima in falsopiano e poi in discesa da fare sempre a piedi) in mezzo a felci alte come me che in alcuni punti rendono difficoltosa la vista del sentiero (fidatevi ciecamente della traccia gps): ci vorrebbe un macete per aprirsi la strada (sto esagerando).
Passo nei pressi di un vecchio pilone della funivia che tanti anni fa rendevano sciabile l'Alpe di Noveis, arrugginita e coperta dalla vegetazione e dopo poco arrivo nei pressi della Casa delle Volpi (ora ne è rimasto solo il nome).
Faccio rifornimento di acqua e prendo il G4, che affronterò... a piedi. Si tratta anche qui di esile traccia coperta dalla vegetazione, talmente stretta che per poterla fare con agilità mi obbliga a caricare la bici sulle spalle. Passo per un vecchio riparo in roccia usato anticamente dai cacciatori "La Balma" e continuo a scendere, riuscendo a fare qualche centinaio di metri alla fine del sentiero in sella.
Esco così alla chiesa delle Piane, punto di partenza per chi sale al Monte Barone ritrovando l'asfalto. Giro a sx e poi lo abbandono subito a dx prendendo la vecchia mulattiera che dalla chiesa scende fino a Coggiola (G4).
E' il tratto in discesa più divertente di oggi. Si attraversa Viera passando in mezzo alle varie frazioncine sempre tra scalinate e mulattiere: 3 km. di libidine!
A Coggiola prendo a sx sul G13, attraversando il torrente Sessera e dirigendomi verso Masseranga, dove in mezzo al paesello sulla dx si stacca il G6. Dopo qualche tratto pedalabile, la vegetazione mi obbliga nuovamente a scendere. Prendo poi il G13 verso Castagnea dove ritrovo l'asfalto, la fine della tappa e... tiro il fiato: è finita!

Voto del tutto personale alla tappa: 1 su 5, a causa dei lunghi tratti non pedalati (alcuni difficoltosi anche a piedi) e dal panorama assente, svolgendosi in zona boschiva. Meritano comunque un cenno più che positivo le stupende viste dalla cappella degli Alpini di Noveis e la divertente discesa su mulattiera dalla chiesa delle Piane (Noveis) a Coggiola.

CHI DECIDE DI AFFRONTARE L'ITINERARIO QUI PROPOSTO, SI ASSUME TUTTE LE RESPONSABILITA’ PER I RISCHI ED I PERICOLI A CUI PUO’ ANDARE INCONTRO E, UTILIZZANDOLO, DICHIARA DI AVER COMPRESO IL GRADO DI DIFFICOLTA’ DELLO STESSO. NON SI ASSUMONO RESPONSABILITA' DI ORDINE GIURIDICO PER EVENTUALI DANNI O INCIDENTI CHE POSSANO VERIFICARSI SUL PERCORSO.

Gran Traversata del Biellese (6^ Tappa): Castagnea/Trabbia

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Note: Ecco il tratto più panoramico della GtB, che fino all'arrivo a Oropa percorrerà il versante meridionale dei rilievi che dominano la provincia. Un "sentiero balcone" che nel primo tratto corre parallelo alla scenografica Panoramica Zegna più in alto, la strada costruita da Ermenegildo Zegna a partire dal 1938. Particolarmente affascinante per il susseguirsi di ampi pascoli panoramici, fitti boschi, caratteristici borghi. Una breve deviazione conduce al Santuario del Mazzucco, edificato nel XVII secolo.

Una delle tappe più belle della traversata con alcuni passaggi in zone particolari: la Conca dei Rododendri, la Foresta Parlante, alpeggi abbandonati e single-trails nei boschi.
Le viste non mancano e il portage questa volta non è molto lungo: si-può-fare!

Attrazioni della giornata:

- La Conca dei Rododendri all'interno della Panoramica Zegna (sarebbe meglio evitarla nei giorni festivi per il probabile afflusso di persone a piedi);
- Il Santuario della Brughiera con splendida vista sulla pianura biellese;
- Il percorso naturalistico della "Foresta parlante";
- I tratti in single-trails nei boschi;
- Il passaggio in desolate e abbandonate alpi/cascine.

Segnavia G13, L1, L21, L41, L71, L61

Si parte dalla piazza della chiesa di Castagnea e ci si addentra nell'abitato. Usciti dal centro abitato si gira a sx e poi subito a dx sul G13 salendo decisi prima in un prato, e poi in un bosco di conifere.
Si continua nella stessa direzione nell'abetaia ed al termine si gira ad angolo retto sulla sinistra incontrando poco più in basso a sinistra un edificio.. Il sentiero prosegue fra gli abeti costeggiando il complesso detto delle Romite Battistine. Si attraversa la strada asfaltata che conduce al monastero e si sale rapidamente a destra nel bosco fino ad immettersi in una pista presso il colle Craviolo lungo la statale della Panoramica Zegna.
Si costeggia il piazzale sulla sinistra seguendo il viale che porta al cimitero di Monte Cravolo. Giunti presso l'ingresso del cimitero si scende a sx lungo una stradina che conduce alla Conca dei Rododendri.
La si attraversa in discesa fino ad incontrare nuovamente la Panoramica Zegna che conduce al Villaggio residenziale di Trivero. Lo si costeggia fino al fondo della strada asfaltata, che si lascia per un sentiero a sinistra che passa sotto il muraglione di una abitazione (G13),
Si scende a sx verso il rio Scoldo che si attraversa su di un ponticello. Al bivio subito dopo il ponte si va a sinistra in leggera discesa. Si incontrano un paio di baite abbandonate e si giunge in località Piana del Monte, dove ci si inoltra nel percorso naturalistico denominato "Foresta parlante". Si sale nel bel castagneto fino alla strada asfaltata che attraversa i pascoli delle Piane di Barbato. Ci si immette sulla strada asfaltata, si superano alcune baite ristrutturate, fino ad incontrare sulla sinistra una mulattiera bordata da alti muri a secco (G13). La si segue trascurando le diramazioni laterali, si costeggia la Cascina del Campanile, fino al bivio presso un cascinale abitato. Tenendo la sinistra dopo pochi metri si giunge al Santuario della Brughiera dove si godrà di un bel colpo d'occhio sulla pianura biellese.
Dal santuario della Brughiera ci si dirige alla vicina locanda della Brughiera e si continua aggirando su sentiero, ora attrezzato, il ristorante e passando su un ponticello (L1). Si procede in piano giungendo ad una baita abbandonata.
Si va a destra ad angolo retto e si continua tra lievi saliscendi nel bosco valicando un rio e passando nel prato appena a valle di una baita. Si continua in piano nella stessa direzione e si attraversa il torrente Venala, sbucando all'inizio della borgata Capomosso di Mosso. Si procede sulla strada asfaltata che attraversa la borgata tenendosi a monte della stessa. Si giunge all'estremità opposta dell'abitato in borgata Ferchiani.
Alle porte della frazione Ferchiani, si imbocca la mulattiera che sale a destra (L21), passando sopra l'abitato.
Ad un bivio successivo si sale a destra e si giunge ad un poggio oltre il quale compare la conca del Rio Caramezzana. Punteggiata da alcune baite. Si continua a salire avendo in basso a destra l'edificio dell'ex locanda prealpina. Si incontra più avanti la deviazione che permette di scendere a cascina Crolle e a Pistolesa, ma si sceglie il sentiero che sale fino alla piccola costruzione di un acquedotto. Ora il sentiero volge a sud-ovest iniziando la salita nel bosco di castagni e betulle. Al culmine della salita si perviene ad una sella della dorsale che si stacca dalla Cima della Ragna. Si procede in leggera discesa verso il Vallone del Poala trascurando una deviazione che sale a destra e una che scende a sinistra. Si compie ora una netta curva a destra assumendo la direzione nord per il vallone Poala.
Ad un bivio poco distante si prende a sx (L41) passando per C.na dei Solitari, si valica il rio Poala in un punto in cui le piene hanno inciso notevolmente l'alveo e si segue il sentiero nel pascolo fino ad un nuovo rio oltre il quale compare la cascina Grosso.
Si procede oltre, attraversando anche il Rio Colombaro, quindi il sentiero comincia a perdere quota nel bosco di betulle. Ci si volge ad occidente mentre la pendenza si attenua e si attraversa un altro rio. Il sentiero assume poi la direzione sud e procede fino ad un boschetto di conifere sulla destra; segue una breve salita poi il sentiero si allarga e giunge ad un bivio. Si continua in discesa nella stessa direzione ormai in prossimità delle Piane di Veglio.
Dalle Piane di Veglio si sale ad uno slargo che funge anche da parcheggio, si imbocca la stradina assai ripida che passa tra alcune baite (L41). La pendenza poi si attenua e si continua su sterrato fino al rio Overa che si attraversa. Si procede ora in leggera salita sempre su pista lasciandosi alle spalle una baita abbandonata e poi un grande traliccio presso una baita ristrutturata.
La pista piega ora a destra e diviene pianeggiante, mentre a sinistra in basso compaiono alcune baite e notevoli faggi bordano la via. Compiuta una netta curva a destra, la pista piega verso nord entrando nel bacino del rio Berguso. Si continua prima in falsopiano e poi in discesa fino ad incontrare la strada dell'alpe a fondo naturale Cerale-Bocchetto Sessera, storica via della transumanza ancora frequentata. Si segue la mulattiera in discesa (L61) e poco prima della ex locanda alpina Bunda Granda il tracciato piega a destra (L71) verso l'Alpe Carcheggio.
Si scende ad attraversare il Rio Berguso giungendo in breve alla bella conca dei pascoli dell'Alpe Carcheggio.
Si passa tra le prime baite e si prosegue su una pista che compie un'ampia curva a destra del pascolo.Si scende lungo il pascolo costeggiando alcune baite, per poi immettersi in una zona boscosa che porta a due baite isolate.
Oltre C.na di Mezzo, al bivio si continua a sinistra sempre su pista passando tra i bei castagni di quest'area. Poco oltre un pannello illustrativo sul castagno si lascia la pista per uno stretto sentiero che conduce ad una vicina baita; si scende ad attraversare un ramo del rio Barguso su un ponticello e subito dopo si mantiene la destra nel bosco arrivando a costeggiare una recinzione nei pressi delle baite di Monduro. Alle baite si punta in discesa al limitare del pascolo avendo come riferimento alcuni grandi castagni. Raggiunti i castagni si piega a destra percorrendo una mulattiera bordata da muri a secco e invasa a tratti da vegetazione. Si scende nel bosco in direzione sud-ovest incontrando alcuni ruderi e un muro a secco. Si cala verso lo Strona (C.na Tiboldo) che si raggiunge in prossimità di un guado che non permette tuttavia l'attraversamento in caso di pioggia.
Attraversato il torrente si risale il suo versante destro in moderata salita sulla comoda mulattiera che conduce a Trabbia, meta finale di questa bella parte della Gran Traversata del Biellese.

Voto del tutto personale alla tappa: 3 su 5. Una delle tappe più belle per le particolarità del territorio attraversato e per i spintage/portage mai troppo lunghi.

CHI DECIDE DI AFFRONTARE L'ITINERARIO QUI PROPOSTO, SI ASSUME TUTTE LE RESPONSABILITA’ PER I RISCHI ED I PERICOLI A CUI PUO’ ANDARE INCONTRO E, UTILIZZANDOLO, DICHIARA DI AVER COMPRESO IL GRADO DI DIFFICOLTA’ DELLO STESSO. NON SI ASSUMONO RESPONSABILITA' DI ORDINE GIURIDICO PER EVENTUALI DANNI O INCIDENTI CHE POSSANO VERIFICARSI SUL PERCORSO.

Gran Traversata del Biellese (7^ Tappa): Trabbia/San Paolo Cervo

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Tappa su sentieri poco battuti dalle ruote grasse che merita di essere conosciuto. Il tratto in portage di circa mezz'ora da Tomanti a Oriomosso toglie qualche punto a favore della tappa, ma le belle discese ricompensano il gap: belle le lunghe discese sulle mulattiere e le scalinate dei paesini attraversati.

Nota: in caso si voglia tagliare la parte del portage (ma anche la bella discesa su mulattiera che segue), ho visto sulle carte l'E89 che da Tomati gira attorno al Monte Pila e sbuca nei pressi di Roreto. Da li si segue per Albertazzi e si ritrova la traccia originale.

Attrazioni della giornata:

- La forestale del Monte Casto;
- Il bel paesino di Oriomosso (cima Coppi di giornata);
- vaste vedute sul selvaggio territorio della Valle Cervo;
- single-trails nei boschi e mulattiere.

Segnavia E90, E87, E85a, E91, E21, E 21a, E22

Nella parte superiore della borgata di Trabbia inizia il sentiero (E90) che, deviando verso destra sale fino ad una cappelletta, dove piegando a sinistra si immette nella pista che porta a Pratetto. Si pedala sulla mulattiera in leggera salita fino a cascina Galletta in posizione soleggiata e panoramica. Passati dietro le baite si scende a attraversare un ruscello per iniziare poi a salire passando accanto ad alcuni ruderi. Una ripida ma breve salita conduce ad una larga mulattiera che si segue verso sinistra, evitando un altro sentiero che si spinge sempre a sinistra ma in discesa. In breve la mulattiera diviene una comoda pista forestale che taglia i versanti meridionali del Monte Casto.
Si tralasciano una serie di deviazioni a sinistra in direzione di alcune borgate di Andorno e si evita parimenti un tagliafuoco che sale ripido verso destra. La pista attraversa estesi rimboschimenti di conifere che si sviluppano perlopiù a monte del tracciato. Si evita un ulteriore sentiero a destra che sale al Monte Casto e, dopo una netta curva a destra si incontrano alcune panchine e ci si innesta nella strada asfaltata che sale da Tavigliano avendo ormai fatto ingresso nel bacino del Cervo.
La pista forestale sfocia sulla strada asfaltata (E90) che, presa in salita, porta all'Alpe Pratetto.
Nei pressi della trattoria dell'Alpe Pratetto, si prende il sentiero che scende nella valletta del Rio Morezza (E87). Si passa accanto ad una baita e si attraversa un rio fino ad una baita ristrutturata in mezzo ad un prato. Si segue ore una corta variante rimanendo sulla strada della baita.
Si toccano successivamente due cascine, dopo la seconda si abbandona lo spartiacque e il sentiero piega a destra. Si attraversano alcuni ruscelli e poi il rio Vallunghe, trascurando una deviazione a destra verso monte.
Si scende lungo l'agevole sentiero e si attraversa un altro ramo del Vallunghe evitando una deviazione a destra in salita. La pendenza diminuisce e si attraversa un ultimo tratto del bosco verso frazione Falletti di Sagliano. Si tiene la destra per entrare nell'abitato e lo si attarversa per intero, fino alla strada asfaltata che si segue fino ad un tornante sulla sinistra dove inizia la tappa successiva.
Superata la frazione di Falletti, si imbocca a destra lo sterrato (E85a) che sale fino ad un bivio dove si tiene la sinistra. Si procede in piano e poi in discesa sulla stradina fino ad un nuovo bivio presso una curva. Si sale a destra per un sentiero che si sviluppa in un bosco, attraversa un rio e conduce al bel alpeggio di Sella con ampio pascolo. Si passa oltre i casolari e si svolta nel prato verso sinistra scendendo fino ad attraversare il Rio Bogna su un ponticello. Al successivo bivio si sale a destra arrivando alla cascina Naulito.
Proseguendo si incrocia la pista per Rialmosso (E85) che si imbocca a sinistra scendendo lievemente. Superata una cappella votiva, prima di un fabbricato, si abbandona la pista per un sentiero, che prosegue fino alle prime case di Rialmosso. Si scende a sinistra fino ad incontrare la strada asfaltata. Girando a destra si percorre la strada per un breve tratto e, dopo aver attreversato il ponte, si svolta a destra imboccando la mulattiera (E85a) che passando attraverso la frazione di Tomati sale ad Oriomosso.
Il sentiero esce sulla strada asfaltata, si gira a destra, e dopo pochi metri si svolta nuovamente a destra sulla mulattiera.
Si attraversa una piazzetta mantenendo la destra fino ad arrivare alla frazione di Oriomosso, dove ad un incrocio, si svolta a sinistra sulla mulattiera da fare in discesa per Albertazzi (E91).
Seguendo la via acciotolata si giunge all'ingresso della borgata che si attraversa fino alla parte inferiore seguendo le indicazioni per Quittengo.
Da Quittengo si imbocca un'altra mulattiera che si stacca in discesa verso il fondovalle del Cervo ed in pochi minuti si arriva alla provinciale Biella-Piedicavallo. Si prosegue in direzione San Paolo Cervo attraversando il Ponte delle Fontane in prossimità dell'albergo Asmara.
Si imbocca la mulattiera sulla destra (E21) che sale verso Oretto-Mortigliengo. Si prosegue sulla mulattiera che costeggia la strada asfaltata e poco dopo l'attraversa per due volte (E21a). Giunti a Mortigliengo si attraversa l'abitato e si prosegue sulla mulattiera per frazione Bariola (E22).
Si procede fino al termine dell'abitato, dove si trova un lavatoio ed un campo da bocce. Si scende su tratto ripido verso un rio, lo si attraversa e si prosegue attraversando una faggeta prima, e poi si costeggia una abetaia. Il percorso attraversa un vecchio ponticello in pietra, per proseguire lungo un tratto roccioso con parapetto prima di giungere a fraz. Bariola nella parte superiore della borgata. Attraversato l'abitato di Bariola si prosegue lungo un sentiero ripido in discesa fino a Driagno dove termina l'itinerario.

Voto del tutto personale alla tappa: 2 su 5. Una tappa nella selvaggia Valle Cervo che deve essere fatta in giornate soleggiate e dal terreno asciutto per i passaggi nei boschi, nei prati e sulle mulattiere. Paga la valutazione bassa, il tratto di mezz'ora in salita sulla mulattiera citata sopra (ma che si può evitare).

CHI DECIDE DI AFFRONTARE L'ITINERARIO QUI PROPOSTO, SI ASSUME TUTTE LE RESPONSABILITA’ PER I RISCHI ED I PERICOLI A CUI PUO’ ANDARE INCONTRO E, UTILIZZANDOLO, DICHIARA DI AVER COMPRESO IL GRADO DI DIFFICOLTA’ DELLO STESSO. NON SI ASSUMONO RESPONSABILITA' DI ORDINE GIURIDICO PER EVENTUALI DANNI O INCIDENTI CHE POSSANO VERIFICARSI SUL PERCORSO.

Gran Traversata del Biellese (8^ Tappa): San Paolo Cervo/Oropa

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Questa tappa della GTB porta al termine dell'esplorazione del bel territorio biellese. Tappa corta ma duretta, che per buona parte obbliga a portare la bici a spalla o al fianco causa i forti pendii da superare.
Ma anche qui non mancano tratti nei boschi, vecchie baite abbandonate e meravigliose viste sul sottostante pianoro biellese quando si inizia a prendere il D15 verso Oropa, meta finale delle fatiche.
Tratto per cui più escursionistico che ciclabile ahimè, ma che con il giusto approccio mentale non è insuperabile.

Principali attrazioni della giornata:

- Il panoramico D15 sulla pianura biellese;
- Il Santurario di Oropa.

Segnavia E20, E7, E5, D15

Si parte dal piccolo parcheggio di San Paolo Cervo, iniziando a salire su asfalto in direzione di Driagno. Attraversato il borgo, iniziano le fasi di portage della bici su scalinate in legno fino al Belvedere del Massaro (E20). Ora si percorre uno stretto sentierino (sempre in portage) che prima sale e poi scende su tratto roccioso, che poi spiana e permette di pedalare in tranquillità raggiungendo il Parco degli Arbo.
Si raggiunge il borgo di Riabella e si prende l'E7 scendendo a Oneglie.
Qui inizia il più lungo tratto di portage (alternato da qualche segmento pedalabile). Si prende l'E5 e si sale in mezzo al bosco per circa 2 km. al 14,5% di media fino a C.na San Martino. Da lì inizia un primo tratto nei pascoli pedalabile, che più avanti obbliga al più duro portage di oggi: 400 mt. (120 mt. di dislivello) al 32,4% da fare in circa 20 min.
Si esce finalmente in piano sul D15, il più bel trail di oggi per la panoramicità del primo tratto e che si fa pedalare facilmente. Più avanti inizia, sempre in piano, un lungo tratto su radici e pietre che rendono la pedalata irregolare. Si arriva finalmente al Santuario di Oropa dove festeggiare l'impresa è d'obbligo... magari in un ristorante con i piatti tipici del territorio.

Voto del tutto personale alla tappa: 2 su 5, a causa dei lunghi tratti non ciclabili e della gran parte del tour sotto il bosco che precludono qualsiasi panorama. Decisamente meglio quando si arriva sul D15 dove il panorama si apre fino a Oropa.

CHI DECIDE DI AFFRONTARE L'ITINERARIO QUI PROPOSTO, SI ASSUME TUTTE LE RESPONSABILITA’ PER I RISCHI ED I PERICOLI A CUI PUO’ ANDARE INCONTRO E, UTILIZZANDOLO, DICHIARA DI AVER COMPRESO IL GRADO DI DIFFICOLTA’ DELLO STESSO. NON SI ASSUMONO RESPONSABILITA' DI ORDINE GIURIDICO PER EVENTUALI DANNI O INCIDENTI CHE POSSANO VERIFICARSI SUL PERCORSO.

226. Avasinis-Cuel di Forchia-Forc. Amula

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Quota di partenza, 210 m (Cim. Avasinis)
Quota max, 912 m s.l.m.
Sviluppo: 39,5 km 
Dislivello: 1150 m
Ciclabilità 100% 
Verso orario 
Cartografia: Tabacco 1:25.000 – Foglio 20

Percorso privo di difficoltà tecniche che segue le indicazioni dell' itinerario n°2 trovato sul libro “Mountain bike sui monti del Friuli” di Paolo Sortino.
Il percorso segue inizialmente la sponda destra del Tagliamento per poi inerpicarsi sul versante orientale del Monte Cuar,toccando numerosi stavoli, molti dei quali ancora in uso; raggiungendo quindi le malghe Cuvii e Amula, il tutto su strade bianche e asfaltate di pendenza media, per poi scendere,a nord, nella vallata del torrente Palar. Faggete ed abetaie si alternano a tratti brulli e selvaggi, rendendo l'itinerario estremamente suggestivo e godibile.

prato favale - marcellina

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DISCESA DA PRATO FAVALE, SENTIERO 302 Marcellina-Prato favale.
Si sale su asfalto in una serie di tornanti con pendenze sempre pedalabili per circa 6 Km su una strada secondaria poco trafficata e molto panoramica.
Appena la strada spiana in una piccola valle ci sono le indicazioni per il sentiero, che parte dalla stessa strada percorsa in salita e la attraversa più volte durante la discesa ( ignorare la segnaletica durante la salita perchè il sentiero inizia più su).
La discesa è molto tecnica, nella parte iniziale io, che l'ho affrontata con una front, sono dovuto scendere varie volte a causa delle pietre smosse. A parte la prima rampa, il sentiero è veramente bello e divertente anche se rimane molto tecnico e duro (almeno per me).

ATTENZIONE: per allungare la discesa sono salito fino alla fine della strada (finisce poco più avanti) e ho preso il sentiero che porta a Malepasso ( sentiero che continua nella direzione della strada asfaltata), per poi scendere sulla sinistra attraverso lo stesso sentiero 302 che però in questo tratto è segnalato peggio e da fare a piedi per la quantità enorme di rovi e pietre smosse.
SCONSIGLIATO ARRIVARE A MALEPASSO (non sono riuscito a tagliare questo pezzo dalla traccia)

COLLI EUGANEI #12

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Verso principale orario, il Monte Cecilia antiorario.

Partiti da Valsanzibio affrontiamo subito la salita dei "sette guadi" (quella morbida), arrivati al "Pianoro" giriamo a sinistra per prendere in discesa il "sentiero del poeta" ed arrivare ad Arquà Petrarca passando proprio accanto alla sua dimora e continuiamo a scendere su bei sentieri. La seconda salita ci porta in cima al Monte Cecilia per poi scendere a Baone (fontana). Ora saliamo a Calaone (fontana) e poi facciamo il giro del Monte Cero. La quarta e ultima salita ci riporta al "Pianoro" ed infine alle Case Steogarda dove prendiamo prima la "discesa dei 30" e poi la discesa dal Monte Castellazzo che sbuca proprio accanto alla Villa dove abbiamo parcheggiato.

​26/9/2015

Barcellona 2015: 09. Tossa De Mar-Barcellona

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Nona tappa: la "deludente"

L’arrivo a Barcellona è preceduto da una lunga periferia piuttosto noiosa da fare in bicicletta. Continui semafori e strada spesso a due corsie...
Probabilmente si potrebbe trovare un’alternativa più interessante e piacevole nell’entroterra, considerando che la vista sul mare non è neanche spettacolare.

Calvana retaia scalette seccomas

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Il giro come km e dislivello non sarebbe duro , ma in realtà presenta salite impegnative e discese che mettano a dura prova sospensioni e schiene. Le salite per quanto dure sono al 70% asfaltate e pedalabili quasi totalmente. Consigliate le protezioni.

Revine, Posa, Cimone, 1031c

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Itinerario corto, ma divertente.
Partenza dal cimitero di Revine, saliamo sulla classica salita sterrata per la Posa e continuiamo per il Monte Cimone fino a quota 1200metri. La salita è molto pedalabile e piacevole da fare anche nelle giornate calde, considerato che è quasi totalmente in ombra.
Raggiunta la vetta, la prima metà discesa sarà su una strada larga sterrata, poi entreremo in un divertente sentiero (il1031c), tutto abbastanza flow, a parte qualche breve passaggio.
Giunti in fondo, rapidissimo rientro su ciclabile.

ps: sebbene per qualche motivo a me ignoto, l'altimetria mostri 34km, il giro è di 20 km

Ascoli natural bike park must

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Si parte da Ascoli Piceno zona Porta Cartara , l'ascesa è comoda per i primi km fino al borgo di Castel Trosino dove la pendenza si fa più impegnativa prendiamo a sx per la frangifuoco che ci porta fino al rifugio Paci . Proseguendo per asfalto raggiungiamo brevemente S. Giacomo dove prendiamo sulla destra per salire ulteriormente su asfaltata che ben presto diviene brecciata ma con pendenze mai molto impegnative. Arrivati agli impianti sciistici attraversiamo il prato e dopo pochi metri imbocchiamo a sx sul sentiero che porta all'inizio della discesa. Discesa dei Carbonari: veloce sentiero con sponde e qualche saltino naturale che vorticosamente e in un battter d'occhi ci riporta all'abitato di S. Giacomo. Da qui aggiriamo l'hotel Remigio e seguiamo il sentiero che prima in cresta della collinetta poi scendendo sul crinale destro della stessa ci porta all'asfaltata percorsa precedentemente , tenendoci sulla destra sul sentiero voltiamo a dx per la carrareccia che porta al monte Giammatura , duecento metri poi di nuovo a Dx per il sentiero della memoria, pulito come un biliardo scivola nel bosco divertente , in fondo su una invitante curva con sponda verso destra proseguiamo invece dritto per riallacciarci al bosco dell'impero, risaliti all'imbocco inizia un tratto molto divertente , dopo poco deviamo a Sx per il sentiero "soft " che prosegue diventando "hard" proseguendo sempre per la traccia più evidente deviamo in fondo a Dx per seguire dei "tagli" che attraversano la salita delle cave moolto belli. di nuovo in fondo dopo vari attraversamenti risaliamo un pezzettino di strada brecciata poi subito a Sx per un ulteriore tratto con qualche rilancio, ci teniamo sulla Dx a fine sentiero per uscire su asfalto, breve raccordo per la strada di Palombare, dopo qualche centinaia di metri ecco l'evidentissimo sentiero di palombare che scende fino al punto di partenza. Secondo me questo è uno dei modi migliori per raccordare le discese più divertenti rendendo praticamente tutta di fila la discesa , pochi i tratti in cui si deve ripedalare in discesa. Sentieri tecnicamente accessibili alla gran parte dei bikers .

I bei sentieri e gli sterrati della Brianza

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Bel gruppetto anche quello odierno perchè anche quest'oggi abbiamo deciso di restare a pedalare con Roberto per allenarlo in vista delle prossime escursioni a cui si affiancherà nel pieno stato di forma e quindi per un buon rientro in gruppo. Il percorso che oggi il sito propone è un'altro percorso di allenamento, questa volta un poco più lungo del percorso del GMPbike Day 2015 ed anche con un dislivello però leggermente superiore. Siamo in 12 e con un meteo come quello odierno fa certamente piacere pedalare in compagnia.
Pagina web:http://gmpbike.it/Percorsi/2015/Percorsi20150920_2.htm
Album fotografico: https://picasaweb.google.com/113840372842723269234/20Settembre2015IBeiSentieriEGliSterratiDellaBrianza?authuser=0&feat=directlink
Traccia GPS: http://www.gpsies.com/map.do?fileId=jbqvlnkgtvzgckqe

L'altro sentiero per il Monte Canto

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Ci ritroviamo in sette, stamane, alla stazione ferroviaria di Olgiate-Calco-Brivio, (sulla linea Monza - Lecco ), nell’ultima giornata d’estate, con condizioni meteo ideali per un’escursione in mtb nella zona del Monte Canto, un autentico santuario per i bikers della zona.
Pagina web: http://gmpbike.it/Percorsi/2015/Percorsi20150920_1.htm
Galleria
fotografica: https://picasaweb.google.com/113840372842723269234/20Settembre2015LAltroSentieroPerIlMonteCanto?authuser=0&feat=directlink
Traccia GPS: http://www.gpsies.com/map.do?fileId=diknizddrrystjmx

547 Monte Rite Zoppè di Cadore passo Rutorto laghi Ceoliè

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Referente RENATO - ( cttbiker@alice.it ) - Ultima ricognizione: 19/05/2015
SCHEDA TECNICA
Verso Orario - Lunghezza = 70 Km - Dislivello Sal/Disc = +3020 m
Quote min/Max = 729 / 2171 - Tempo Standard ore 10:10 min
Velocità media = 6,9 Km/ora - Ciclabilità su tempo 98% (a piedi 15 min)
Difficoltà Tecnica = 5/7 Medio/Difficile - G.D. = 146 Difficilissimo !

Cercavo una versione piu pedalabile dell'itinerario 324 Monte Rite rif Venezia , evitando il sentiero che da forcella val Inferna porta al Talamini, per l'avvicinamento a Cibiana avevamo esplorato una variante bassa dopo il lago di Valle, mentre la prima frana era facilmente superabile , la seconda molto più grande ci costringeva a spingere per parecchio vanificando l'intento di camminare meno. conclusione ho tenuto buono il primo tratto con il percorso 324.
Fino alforcella val Inferna i percorsi sono pressochè uguali con una piccola variante in partenza. dalla forcella un sentiero favoloso ci accompagna fino alla strada che scende da forcella Cibiana. una disgressione per evitare un tratto in asfalto con la difficoltà di individuare il sentiero che porta a Arsiera. Attenzione al WP L un sentiero a DX ci porta in breve e ripido sentiro a Bragarezza. qui il tratto più monotono del giro in asfalto fino a sopra Zoppè di Cadore.
Quando si arriva al cospetto del Pelmo si fanno i conti con qualche tratto a piedi dovuto al fondo fangoso e ripido per arrivare al passo Rutorto. La vista del Pelmo è imponente e siamo vicini al Rif Venezia, che non raggiungeremo poichè in direzione est puntando L'antelao come in una ipotetica mira seguiremo un sentiero da FAVOLA ci condurrà verso casera Ciauta,ATTENZIONE al WP O il percorso alternativo per i laghetti Ceoliè, spinti dalla curiosità ci siamo andati pagando ancora con qualche tratto a piedi . Da quì in avanti ci si aggrappa letteralmente ai freni per scendere a valle e raccordarsi alla ciclabile che conduce al punto di partenza

Gran tour roero MTB

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splendido giro nel roero comprende la salita del torrione da Vezza per poi percorrere un anello tra San Damiano - Cisterna -Montà, la seconda parte del giro passa da Vezza d'Alba e per boschi e colline si giunge a Piobesi e poi ad Alba.

Gimondi 2015

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Giro stupendo durante la manifestazione.... attenzione che alcuni tratti sono privati..
Oggi dettaglia al sito http://www.gimondibike.it.

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La GimondiBike è una gara internazionale di mountain bike che porta il nome del grande campione bergamasco Felice Gimondi e che si svolge nel mese di settembre a Iseo in Franciacorta.
Questa manifestazione off-road è adatta ai biker di tutti i livelli e di tutte le età ed è la sola ed unica manifestazione della Lombardia inserita nel prestigioso calendario UCI.
Nell’ottica di favore la partecipazione a più livelli, la GimondiBike propone da sempre un percorso con un chilometraggio medio (40,5 km) e con difficoltà, altrimenti non c’è gusto, accessibili a tutti.

Gobba di Rollin 3889 m

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Attenzione l'itinerario si svolge in buona parte su ghiacciaio ad altissima quota. Valutare attentamente le condizioni niveometeo e non allontanarsi assolutamente dalla traccia e/o dalle piste battute. Durante orario apertura impianti non è permesso transitare sulle piste.

3889 m probabilmente il luogo più alto dove poter pedalare sulle Alpi.
Start da Cervinia 2000 m.
Risaliamo su piste di servizio del Cretaz alternando tratti ben pedalabili ad altri molto ripidi passando poi da Plan Maison 2500 m, Fornet 2800 m e Bontadini 3000 m
Oltre Bontadini i rattoni diventano mortali ben oltre il 20%, meglio conservare e spingere nei tratti critici.
Arrivati al Teodulo 3300 m possiamo fare una pausa al rifugio o nel locale invernale a seconda della stagione. Da qui in poi è praticamente sempre innevato ma se le condizioni neve lo permettono si puo' pedalare completamente fino alla quota di 3550 m dove ci aspetta un muro non ciclabile fino all'arrivo degli skilift quota 3700 m. Ancora pedale e spintage e dopo una malefica anticima con un ultimo sforzo sempre seguendo l'oramai fuori uso skilift confinale arriviamo alla famigerata Gobba.
Volgendo lo sguardo verso i Breithorn e il gruppo del Rosa si entra in estasi mentre invece dalla parte opposta gli impianti fanno passare un po' la poesia.

Discesa: banale ma panoramicissima fino al Teodulo. Lunare su morena, sfasciumi, roccioni fissi, rolling stones e senza una linea obbligata fino poco sopra laghi Cime Bianche 2800 m.
Da qui in poi fino a Cervinia seguiamo il bellissimo Trail2 del bike park facilmente percorribile anche fuori stagione. Molto bello, non troppo lavorato come i bike park classici. Naturale e molto lungo con le Grand Murailles sempre a fare da sfondo eccezionale.


In valle di Belviso:dall'Aprica al passo del Venerocolo

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Dal parcheggio del centro sportivo dell'Aprica prendiamo in direzione Corteno Golgi sulla strada "valeriana",ad un bivio lasciamo la Valeriana e in decisa salita a dx verso le cascine di Baradello,poi verso malga Palabione,ora in ripidissima salita con buon fondo,e zigzagando fino a sbucare sopra malga Magnolta,breve discesa verso sx entrando sempre su sterrata in valle Belviso,ancora una breve salita a spinta e poi la sterrata si trasforma in sentiero fino a malga Magnola,sempre su sentiero quasi sempre in dolce pendenza(400mt dislv in 13 km)si costeggia tutta la valle in ambiente bellissimo sempre in sella fino al passo del Venerocolo(2320slm)confine tra la Valtellina e la val di Scalve,qualche tratto esposto ma sentiero abbastanza largo da non scendere dalla bici.
Ora inizia la discesa in val di Campo molto bella per 400mt di disliv,presto si trasforma in uno sconnesso tratturo fino all'omonima malga,migliorando il fondo fino al lago di Belviso,tratto in piano fino alla diga,poi sterrata liscia e asfalto fino alla centrale,ora 250 mt in salita su asfalto portano al passo e al parcheggio delle auto.
Conclusioni:noi siamo partiti da Corteno Golgi per"scaldare" la gamba,ma meglio partire dall'Aprica(come la traccia) o ancora meglio dal punto più basso dell'itinerario nei pressi della centrale(ponte Ganda) in fondo alla valle di Belviso(930slm).
Il tratto da malga Magnolta al passo è spettacolare a vale tutto il giro,la discesa dopo la prima parte è su sterrata e vista la stanchezza la si accetta volentieri.
Giro consigliatissimo.

simpatico report di Perse
http://www.mtb-forum.it/community/forum/showpost.php?p=7646186&postcount=423

e di Lisabike
http://www.mtb-forum.it/community/forum/showpost.php?p=7647462&postcount=428

PASSO DEGLI SCALINI – CIMA PESCE

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Entusiasmante prima sulle Alpi Giulie di Tarvisio: territorio mai visitato prima: bello...molto bello!!
Mix di cattiveria e flow!!
Solo per addetti ai lavori!


Lasciamo l'auto al parcheggio 989 mslm prima del ponte sul Rio della Trincea, lungo la strada che dal lago del Predil sale a Sella Nevea; sulla precedente curva i cartelli CAI per capanna Brunner e bivacco CAI Gorizia.
Procediamo per asfalto verso Sella Nevea e, passati i quattro tornanti della Malga Cregnedul di Sotto, sulla dx imbocchiamo la poderale: evitiamo del pericoloso bitume e la turistica Sella Nevea.
La carrareccia sale direzione malga Cregnedul di Sopra e rif. Corsi, per il bosco, comodamente, con qualche affaccio sul piano detritico carsico coronato dal più alto monte Canin, bianco calcareo accecante.
Appena in vista della malga quota 1500 mslm, sulla dx la deviazione per rif. Corsi (più a valle altri tagli della carrareccia da fare in portage, volendo...); saliamo per il sent. 625 in portage, attraversiamo tutta la base S del monte Cregnedul, passando dal versante SO, per la cresta S e al vertiginoso versante SE, con ampio traverso e spettacolare aggetto sulla valle del Rio del Lago.
In alto le squassate torri calcaree, esplose da millenarie forze erosive e geologiche; meravigliose stratificazioni testimoniano la potenza del corrugarsi della crosta terrestre... uno spettacolo esaltante che fa crescere in te la voglia di dominarle in sella!
Qualche tratto a pedale ci conduce alla bella finestra del Passo degli Scalini: al di là ancora più roccia e cattiveria! Torri e pinnacoli d'avorio immensi si incastonano in prati lussureggianti e boschi di mughi, il nostro sentiero passa attraverso a tutto questo!
Scendiamo sotto al Passo qualche metro bici al fianco ed iniziamo la cavalcata sul sentiero selvaggio: pietraia e ghiaino; tornanti esaltanti e passaggi gustosi su cenge aeree; massi e placche...
Aggiriamo il Campanile di Villico approfittando della cengia pedalabile e scendiamo per la militare (ruderi a guardi della valle) al rif. Corsi 1847 mslm, attraverso la fiumana di detriti bianchi.
Continuiamo ora per il sent. 629 con rari tratti in sella, ma scorci naturalistici sui canali e le forre alimentate da vivaci cascatelle d'acqua ci allietano questa perdita di quota altrimenti deludente. Qualche tratto attrezzato con cavi d'acciaio (!) agevolano la discesa attraverso la mugheta; un lungo traverso di circa un chilometro ci porta a quota 1600 mslm; laddove il pino mugo lascia posto al faggio si può rimontare in sella e tutto cambia in meglio, appagandoci del sacrificio fatto in precedenza. Il bosco sui fianchi della Cima Pesce è percorso da un sentiero militare (CAI 650) fatto di mille curve, tornanti e toboga: un velluto di terra e foglie. Così per i restanti 600 m d- sarà un estenuante flow.
Usciamo al ponte sul Rio della Trincea.

foto qui https://www.facebook.com/francysantoni72/media_set?set=a.1010581242306578.1073741921.100000641363898&type=3

1200 D+
17 km
5 ore
2020 quota max
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