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Montagna in Valtellina - Alpe Mara - Bocchetta di Mara - Boirolo

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Località di partenza: Montagna in Valtellina Lunghezza: 40 km Quota massima: 2342 m - Bocchetta di Mara Dislivello complessivo in salita: 1950 metri Ciclabilità: 95% Arrivo: Montagna in Valtellina Acqua sul percorso: SI - Scessa - Baita abbandonata - Rifugio degli Alpini Come arrivare: da Sondrio si prende la SP21 per Montagna in Valtellina. Arrivati al semaforo si prosegue dritto per circa 100 m e poi si gira a sinistra dove c’è un parcheggio. 13/08/2013. Lasciamo il camioncino nel parcheggio, scarichiamo le tre MTB e iniziamo a pedalare in salita in compagnia di Mauro. Dal parcheggio prendiamo la strada a sinistra, via Ponte Prada. Dalla strada notiamo la chiesa di San Giorgio e ci fermiamo per scattare una foto. Proseguiamo sempre in salita superando diverse frazioni fino a raggiungere il cimitero di Montagna in Valtellina. Continuiamo a pedalare sempre in salita fino ad arrivare a Santa Maria Perlungo (915 m) dove ci concediamo una breve sosta. La giornata è molto bella e ripresa la bicicletta pedaliamo sulla strada all’ombra delle robinie e dei castagni. La salita costante ci permette di impostare una pedalata regolare e di risparmiare un po’ di forze per il tratto duro che ci aspetta all’Alpe Mara. Arrivati a Scessa (1272 m) l’asfalto finisce e inizia la carrareccia sterrata. Dopo poco raggiungiamo una piccola fontanella posizionata sulla nostra sinistra e ne approfittiamo per ricaricare le borracce. La salita si fa più ripida, ma sempre pedalabile e dopo un altro sforzo giungiamo all’Alpe Mara (1749 m). Qui la segnaletica verticale indica a destra il sentiero per il rifugio Gugiatti-Sertorelli ma dopo 200 m capiamo che non è il sentiero giusto per il percorso in MTB. Torniamo indietro e proseguiamo dritto sulla carrareccia fino alle prime baite dell’alpeggio. Un’erta salita cementata ci sbarra la strada ma con fatica riusciamo a superarla sempre in sella alle nostre MTB. La carrareccia prosegue alternando tratti cementati con tratti sterrati ma compatti, duri ma sempre pedalabili. Il panorama si apre verso le Alpi Orobie e approfittiamo per scattare alcune foto. Un’altra dura salita e raggiungiamo la casera di Mara (1951 m). La fatica si fa sentire e così per risparmiare un poco le forze in vista del futuro “portage” alla Bocchetta decidiamo di proseguire a piedi e spingere le biciclette. Poco prima del casello dell’acqua ci fermiamo per un panino e per ripristinare le nostre energie. Di fronte a noi si vede il rifugio Gugiatti-Sertorelli (2180 m), raggiungibile in circa un chilometro di falsopiano. Le cime delle Alpi Orobie si stagliano in lontananza mentre sotto di noi si può vedere un tratto della carrareccia che abbiamo percorso. E’ ora di riprendere le MTB e, arrivati al casello dell’acqua, la segnaletica verticale indica a destra il sentiero per l’Alpe Rogneda, a sinistra la Bocchetta di Mara e proseguendo dritto il rifugio Gugiatti-Sertorelli. Prendiamo a sinistra e pedalando su pista erbosa raggiungiamo una baita isolata (2134 m) in stato di completo abbandono. Fortunatamente a poca distanza c’è una fontana e ne approfittiamo per ricaricare le borracce e rinfrescarci un pochino prima di affrontare il “portage”. Dopo questo breve relax inizia il tratto più tosto che con una pendenza costante superiore al 34% permette di superare i 200 m di dislivello che conducono alla Bocchetta di Mara. Caricate le MTB sulle spalle prendiamo la traccia di sentiero quasi invisibile e guidati dai segnavia bianco-rosso posizionati strategicamente sulle rocce più in vista raggiungiamo, dopo tre soste, la prima bocchetta. Adesso in sella, pedalando su traccia erbosa e in uno scenario alpestre arriviamo alla meta della nostra gita: la Bocchetta di Mara (2342 m) evidenziata da due omini di pietra. Come di rito, aggiungiamo una pietra all’omino più alto, e grazie all’autoscatto immortaliamo questo bel momento soddisfatti della nostra impresa. Mauro indossa l’antivento e si posiziona in pieno sole, Fabrizio approfitta della poca ombra offerta dal secondo omino di pietra, mentre Loredana fotografa tutto quello che vede. Di fronte a noi si erge il Corno Mara (2807 m), alla sua destra la Corna Nera (2926 m), la Corna Brutana (3059 m) e la Vetta di Ron (3136 m). A malincuore lasciamo questo posto paradisiaco e ripresa la bici iniziamo la discesa spingendo per il primo breve tratto. Poi, in sella, ci lanciamo in discesa su carrareccia molto dissestata e con grossi sobbalzi raggiungiamo l’Alpe Rogneda (2186 m). Sulla nostra destra possiamo vedere il Dosso Liscio (2387 m) e il Dosso Bruciato (2184 m) mentre alle nostre spalle è ancora visibile la Bocchetta di Mara e il suo omino di pietra. Inizia ora una discesa ripidissima su “rotaie” di cemento che con alcuni tornanti e lunghi “tironi” ci permette di raggiungere velocemente il rifugio degli Alpini e la chiesetta di Santo Stefano (1806 m). Ci fermiamo un momento sul prato antistante il rifugio per gustarci una bisciola (specialità valtellinese) e per rifornire le borracce alla fontanella che si trova sul retro del rifugio. Riprendiamo la discesa, sempre molto ripida, e arriviamo a Boirolo (1516 m). Qui finisce lo sterrato e inizia l’asfalto. Dopo una serie di tornanti raggiungiamo Prato Maso (1155 m) dove sorgono due enormi edifici, fino agli anni sessanta adibiti a sanatorio: Umberto I e Alpina. Oggi le due strutture sono in completo stato di abbandono. Proseguiamo la discesa e dopo una serie di curve e controcurve raggiungiamo Tresivio (498 m) dove sorge il Santuario della Santa Casa Lauretana. Scattiamo alcune foto, procediamo su via Roma e ci fermiamo in piazza San Pietro e Paolo dove c’è la chiesa omonima e la casa arcipretale del secolo tredicesimo. Sul lato opposto della strada notiamo l’ingresso monumentale ad arco in pietra del Municipio. Giunti al semaforo svoltiamo a destra e facciamo una sosta al bar dove ci concediamo tre gelati ben meritati. Il termometro segna 37 °C e già pensiamo con nostalgia al fresco lasciato sulla Bocchetta di Mara. Poiché non abbiamo fretta ci concediamo altri tre gelati, sperando in un abbassamento della temperatura verso sera. Riprendiamo poi le bici velocemente, sulla Via panoramica (SP21) raggiungiamo Montagna. Affrontiamo subito una leggera salita, poi un tratto in falsopiano, e dopo un’altra breve salita, arriviamo al parcheggio dove avevamo lasciato il camioncino. Per visualizzare altre foto: http://gianolinibike.it/image/tid/143.

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